No si fermano le manifestazioni, anche violente, degli europeisti ucraini contro le leggi liberticide del presidente filo-russo Janukovich.
Acqua per ghiacciare il terreno e molotov pronte. Niente di buono in vista.
Ad maiora
Viktor Yanukovich
Maidan
Le voci di chi protesta contro il presidente ucraino Yanukovich,
Ad maiora
L’Ucraina sconfitta dalla Turchia, mentre la Rada accoglie la nazionale russa parlando la sua lingua
L’Ucraina si prepara – a suo modo – agli Europei di calcio, al via tra pochi giorni.
La squadra che – insieme alla Polonia – li ospiterà, ieri ha perso 2-0 l’ultima amichevole con la Turchia (il mitico coach Oleh Blokhin ha dato la colpa a un’intossicazione alimentare). In gol Erkin e Pektemek. In campo l’indimenticato Shevchenko.
Intanto il parlamento ucraino (la Rada) ha approvato, in prima lettura, la legge che rende il russo la seconda lingua di stato.
Dura la reazione dell’opposizione che ha manifestato in piazza, dove ci sono stati scontri, fuori e dentro l’aula:
234 i voti a favore su 450 deputati. Il russo come lingua di stato era stata d’altronde una delle promesse elettorali del presidente (filo-russo e russofono) Viktor Yanukovich, accusato da sempre di pendere più dalla parte di Mosca che da quella di Bruxelles.
In Ucraina (soprattutto quella orientale, da cui proviene l’attuale presidente) tanti prediligono la lingua russa a quella ucraina. Anche perché qui è molto grande la comunità russa.
Intanto, mentre migliaia di tifosi si preparano a invadere le città ucraine (purtroppo anche a caccia di prostitute) nelle carceri del regime continua a essere detenuta Yulia Tymoshenko.
Per ora la mini-mobilitazione internazionale, non ha fatto cambiare atteggiamento a chi guida il paese.
Ad maiora
Domani la figlia della Tymoshenko al Senato Usa
La figlia delll’ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko, Evgenia Carr, domani parlerà al Senato degli Stati Uniti. L’operazione fa parte di una campagna internazionale per chiedere la libertà di sua madre.
Interverrà davanti alla sottocommissione senatoriale per gli affari europei dedicata all’Ucraina.
Yulia Tymosheno è in carcere dal mese di agosto, E’ stata condannata a sette anni di carcere per abuso di potere, per un accordo sul gas firmato nel 2009 – nella sua veste di primo ministro – col suo omologo russo, Vladimir Putin.
La condanna, motivata da ragioni squisitamente politiche, ha creato tensioni tra Kiev e l’Unione europea. Il marito della Tymoshenko ha ottenuto qualche giorno fa asilo politico nella Repubblica Ceca.
“Continueremo a raccontare al mondo intero come il regime ucraino usi la giustizia per punire gli oppositori politici”, ha spiegato la figlia della Tymoshenko.
Evgenia Carr, 31 anni, è già stata in visita nel mese di gennaio a Berlino, Copenaghen, Parigi e Strasburgo per chiedere agli occidentali di aumentare la pressione sul presidente ucraino – filo-russo – Viktor Yanukovich, al fine di ottenere la liberazione di sua madre.
“Più sarà forte la pressione, più crecerà la speranza di rilascio”, ha detto la Carr aggiungendo: “Mia madre è innocente ed è in prigione senza motivo: Yanukovich può liberare mia madre domani, se solo vorrà farlo”.
Nei giorni scorsi l’associazione Annaviva ha mandato una lettera al console ucraino di Milano chiedendo lumi sull’accanimento verso l’ex leader della rivoluzione arancione. Si è ancora in attesa di risposta.
Ad maiora.
TYMOSHENKO, DA TWITTER ALLA CELLA
Mentre tutto il mondo oggi aspetterà con ansia l’apertura delle borse per capire quanto peserà lo storico declassamento del rating americano, c’è un paese che attende con ansia l’apertura di una cella e l’udienza di un processo. Contro un politico. Accusato di “abuso di potere” e “corruzione”. L’Ucraina da venerdì ha un suo ex primo ministro in cella: è Julija Tymoshenko. A ore dovrebbe essere scarcerata. È finita in una camera di sicurezza non per i gravi reati per cui è imputata, ma per aver irriso la corte. Contestando la testimonianza dell’attuale primo ministro (il filo-russo Mikola Azarov) e twitterando, col suo Ipad, durante le udienze.
La bionda, leader della rivoluzione arancione (prima e unica donna a guidare il governo ucraino – in questo più avanti del nostro maschilista paese) è sottoposta a un processo tutto politico, dal retrogusto sovietico: la si accusa di aver firmato un contratto troppo oneroso per acquistare – nel gennaio del 2009 – il gas russo. I nuovi leader ucraini (amici di Putin) dimenticano forse che Kiev aveva due pistole alle tempie: da un lato i russi che avevano chiuso i rubinetti – pretendendo i soldi arretrati – dall’altro i paesi dell’Unione europea, a vario titolo dipendenti dal metano russo e poco sensibili verso le istanze ucraine.
Verrà ragionevolmente condannata, anche per escluderla dalle prossime elezioni.
È interessante però come la Tymoshenko, classe 1960, abbia usato il processo per continuare nella costruzione del suo personaggio. Utilizzando innanzitutto Twitter: http://twitter.com/#!/YuliaTymoshenko
I suoi 34 mila followers, venerdì hanno potuto seguire praticamente in diretta l’arresto (da noi Prosperini ebbe lo stesso onore con una tv locale). Il suo ultimo cinguettio, datato 5 agosto attacca la corte: “Anche in questo caso, i pubblici ministeri hanno presentato una domanda per cambiare la misura preventiva di arresto”. Pochi minuti dopo sarà portata fuori dall’aula di peso e, malgrado il picchetto dei suoi sostenitori, trasferita in una cella di sicurezza.
La Tymoshenko ha talmente martellato la corte e i testimoni a suon di social network che i suoi tweet sono finiti addirittura tra le “carte processuali”. La corte, presieduta da Kireijev Rodion, ha considerato più volte il linguaggio dell’imputata Tymoshenko come “inappropriato”. Lei per tutta risposta ricorda, via twitter, di averne chiesto la rimozione per “incompetenza”.
Sul social network, oltre a faccine e nomignoli, l’ex regina del gas ucraino, prende per i fondelli l’attuale presidente (“Chiedono se su Twitter russo se c’è un culto della personalità Yanukovich. Vi è un culto. Ma non c’è personalità”), ma anche e soprattutto il magistrato, contro “questa marionetta nelle vesti di giudice” (“Sono in cerca di prove. In questo caso su Twitter. Io a Putin: Quanto per il gas? Putin: 450. ;))) Sto scherzando”).
A differenza di molti politici di casa nostra, la Tymoshenko ha capito la forza della rete e quanto il potere la tema: “Presto – scrive a fine luglio – sarà aperto un procedimento penale contro Twitter. Impediranno di portare l’Ipad all’estero. Sanno che 140 simboli sono più potenti di 140 ufficiali”.
Ad maiora.