Universi degli studi di Milano

Ricevimento Riscassi 2014

Come annunciato, essendo finito il corso (finirà lunedì prossimo al Ctu di Sesto SG), a partire da mercoledì 14 maggio il ricevimento studenti sarà dalle 9 alle 10 del mattino. Sempre in aula A13 a Storia (in Festa del Perdono).

Ad maiora

Se l’informazione è pubblicitaria (tesi)

Qual è il confine tra informazione e propaganda in tv? E’ la domanda, affatto pellegrina, che si è posto Francesco Morzaniga per una tesi in discussione ieri alla Statale di Milano.

Morzaniga ha cercato, in partenza, di definire i confini tra i due ambiti, tracciando una definizione su a cosa serva il giornalismo e a cosa  – invece – serva la pubblicità. I due ambiti nono devono, o meglio non dovrebbero coesistere.

La tesi spiega come invece i due ambiti finiscano per confondersi, partendo dagli Stati Uniti (dove ha origine ormai tutto ciò che riguarda le immagini in movimento) e arrivando alla Russia di Putin, dove gli spot politici utilizzano (facili) richiami sessuali.

Non è stata tralasciata nemmeno la propaganda mondiale che portò alla guerra in Iraq, ma anche le bufale fatte circolare, dai tempi di Timisoara fino alle (finte) fosse comuni in Libia.

Morzaniga affronta anche tematiche italiane, dalle campagne elettorali vinte grazie alla propaganda (di solito sul tema sicurezza o su quello delle tasse) fino alla bufala dell’assalto degli ultrà napoletani al treno.

Senza dimenticare Berlusconi, assolto dal Tg1.

La tv, sostiene giustamente il tesista è la “rondella più adatta al funzionamento dell’ingranaggio” della propaganda, proprio grazie all’infotainment. Fermare questa tendenza è assolutamente necessario. “Difficile , però, che il problema si possa risolvere senza l’aiuto di una classe giornalistica conscia del problema stesso e della stessa importanza di risolverlo.”

Parole di Morzaniga che sottoscrivo, come giornalista prima che come professore a contratto.

Ad maiora

Quelli che… Beppe Viola! (tesi)

Quando ho deciso di passare a Raisport non ho potuto non pensare ai (loro sì grandi) giornalisti che mi avevano preceduto in corso Sempione. Tra questi Beppe Viola che è davvero uno che manca tantissimo. Proprio a Beppe è dedicata una delle tesi in discussione oggi: è di Daniele Buonamici e si intitola “Quelli che…Beppe Viola! Un giornalista che ha sempre sorriso alla vita”.

La tesi inizia descrivendo come sia cambiato il ruolo del giornalista sportivo nel nostro paese: in una nazione che vive di calcio, la funzione del cronista che si occupa di pallone ha sempre avuto quasi un ruolo di vestale.

Più paludato nel passato, ai tempi della paleotelevisione, urlato e caricato nell’era dello sportainment.

Quando la Rai deteneva il monopolio, Viola fu comunque in grado di rompere gli schemi e di usare l’ironia (materia difficile e spesso mal maneggiata) anche per parlare di calcio. Forse anche perché, Beppe – come viene ben spiegato da Buonamici – fu ben più di un giornalista, diventando anche autore, insieme al suo amico Enzo Jannacci.

Nella tesi ci sono anche le interviste alla figlia Marina (autrice del libro “Mio padre è stato anche Beppe Viola”) e al suo (e mio) collega Sergio Calabrese.

Beppe ci ha lasciato nel 1982. Ma, come si vede, non è stato dimenticato.

Ad maiora

Il mondo della radio. Per non dimenticare l’Homo audiens

Enrico Menduni ha scritto qualche anno fa un manuale sui linguaggi di radio e tv che ho inserito come obbligatorio per gli studenti che frequentano il mio corso di giornalismo radiotelevisivo alla Statale di Milano.
Ora ho trovato un altro testo che proporrò a quanti vogliano approfondire le tematiche su quella che spregiativamente è chiamata la “sorella cieca”. Ne “Il mondo della radio” Menduni analizza e spiega bene infatti il successo di questo medium, i cui ascolti sono andati crescendo tantissimo negli ultimi lustri e che gode di una stima inferiore solo al totem di internet.
La radio, ormai miniaturizzata e presente su ogni auto, è diventato il mezzo mobile che ci accompagna ovunque. Non solo: “La ritrovata importanza della radio è dovuta anche alla centralità della musica nella società contemporanea”.
E Menduni sottolinea che, in un periodo di crisi economica, la radio sfrutta anche il fatto che la propria offerta sia gratuita e sostenibile: “La radio è un servizio a rete, che si differenzia da tutte le altre per il suo carattere immateriale, perché giunge nelle case senza richiedere nessun vettore fisico, nessun cavo o condotto da posare sotto terra, nessun groviglio di fili sostenuto dai pali del telegrafo che fanno la loro comparsa ai margini delle strade”.
Come smartphone e tablet anche la radio rappresenta la modernità nella quali siamo immersi: “La radio, che arriva ovunque senza essere in nessun posto, contribuisce nel suo nomadismo a una “ipertrofia dei non luoghi”, le situazioni metropolitane standardizzate, anodine, su cui si innesta la nostra esperienza personale”.
Mi fermo se no offro troppi spunti agli studenti che si faranno interrogare dal prossimo anno accademico (sempre che mantenga la cattedra a contratto) su questo bel testo. Augurandomi di poter assegnare sempre più tesi con argomento radiofonico. Cercando di ovviare a una amara considerazione che fa Menduni sconcertato che l’attenzione di tanti sia solo rivolta all’Homo Videns: “Dell’Homo audiens nessuno sembra darsi pensiero”.
Ad maiora
…………
Enrico Menduni
Il mondo della radio
Bologna, 2012
Pagg. 291
Euro 14,50

#Balotelli: nascita e consacrazione di un fenomeno mediatico (tesi)

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È in discussione oggi la tesi di Paolo Redi su un calciatore a me particolarmente caro: Mario Balotelli. Sul fenomeno mediatico avevo fatto fare agli studenti del Master di giornalismo una Enrica settimanale che in realtà avrebbe potuto essere anche quotidiana. Il fenomeno calcistico è diventato un personaggio anche prima di imporsi sui campi di gioco.
La sua storia (nato a Palermo da genitori stranieri, poi dato in affido ai Balotelli) lo ha reso interessante per tifosi e giornali sportivi anche prima che iniziasse a farsi notare fuori dal terreno di gioco. Redi individua la scintilla che trasforma Balotelli in un’icona sportiva con la sua doppietta alla Juve, nella sua prima grande partita con la maglia dell’Inter.
Seguiranno tanti altri gol (che permetteranno all’Inter di vincere uno scudetto) e le liti coi tifosi (la maglia lanciata con disprezzo, quasi una bestemmia in chiesa) e con gli allenatori (Mourinho fa dei racconti molto divertenti su di lui).
Poi l’avventura al City. Redi spiega come grazie a questa il personaggio abbia assunto un ruolo mediatico mondiale. Il Time lo indica (tuttora) come tra i cento influencer internazionali.
E la sua presenza a Manchester gli attirato l’attenzione dei media (anzi dei tabloid) inglesi, oltre che di quelli italiani.
Poi la rissa con Mancini e il ritorno a Milano. Indossando quella maglia rossonera che un po’ per scherzo un po’ no, aveva provato. A un passo dalle telecamera di Striscia. In tv, ovviamente, come si impone a un’icona moderna.
Ad maiora