Tgr

Verso #staffettaMi #cityrunners un bilancio (e un appello)

Per la staffetta della Maratona di Milano che correrò domenica ho iniziato ad allenarmi il 21 novembre. Lavoravo ancora al Tg Regionale allora, prima di passare a RaiSport.

Alla Maratona mancavano 135 giorni. Ora ne mancano solo 2…
Ho fatto 38 allenamenti da allora, migliorando decisamente il modo di correre e di affrontare la fatica da quando siamo stati affiancati da un’allenatrice (l’ottima Irene Petrolini) e da quando ho partecipato agli incontri di #cityrunners.
Mi sono allenato anche in Slovenia e Serbia.
Ma per lo più al Parco Sempione.
Avendo smesso di correre con la musica, mi sono guardato un po’ di più in giro e mi sono messo a contare gli altri runner e la marea di cani senza guinzaglio che occupano praticamente ogni spazio verde. Alla fine di questi mesi una sola domanda: perché non vengono trasformate le aree per i cani in aree per bambini, recintate? Forse sarebbe l’unico modo di proteggere almeno un pezzetto di verde, non dai dolci quadrupedi ma dai loro maleducati accompagnatori bipedi.
Ah, un’altra cosa che ho notato sono le tante macchine e camion che circolano per il parco. Oltre alle strutture invadenti che il Comune di Milano lascia piazzare intorno a piazza del Cannone. Sul percorso running che lo stesso comune ha disegnato. Mah.
Tornando alla corsa, ho percorso in questi 5 mesi quasi 300 chilometri (298 per l’esattezza).
Domenica, essendo il primo staffettista (You live we run, il nome della nostra squadra) ne dovrò percorrere 13,5.
Spero di non sfigurare.
Ma anche se lo farò, niente di grave. Corriamo non tanto per fare bella figura noi quanto per aiutare Spazio Servizi, precisamente per i loro progetti in sostegno di bambini con difficoltà famigliari.
Se volete potete dar loro una mano anche voi.
Dai, proviamoci
Ad maiora

Volto pagina

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Sono entrato per la prima volta in contatto con la Rai, anzi con la Tgr, Testata giornalistica regionale nel lontano 1991. Caporedattore centrale della redazione lombarda era Arturo Viola (che perse il posto per le difficoltà di copertura della strage di via Palestro; da allora vennero introdotti i mezzi di emergenza, presenti 24 ore al giorno). Il mio capo diretto era però Gilberto Squizzato, caporedattore degli Speciali (il mio mentore, quasi tutto quel che so di tv me lo ha spiegato lui, il resto l’ho imparato sul campo, grazie soprattutto agli operatori Rai). Contattò il mio ‘capo’ al Corriere, il mitico Raffaele Fiengo, chiedendo alcuni nomi di giovani collaboratori. Tra loro c’ero anche io che non solo collaboravo da qualche tempo con una tv (Lombardia 7), ma avevo già avuto anche esperienze internazionali (guerre in Slovenia e Croazia, rivolta dei minatori in Romania) grazie alla lungimiranza di quello che allora era il mio editore e che ora guida (all’opposizione) la pattuglia di Forza Italia al Senato, Paolo Romani.
In Rai arrivai sull’onda del cosiddetto Piano Milano (sorta di Piano Marshall in sedicesimi) che portò assunzioni, nomine ed edizioni di Tg nazionali (è rimasto solo il Tg3 delle 12).
Io finii (da collaboratore) nella redazione di Europa, trasmissione di Esteri che inizialmente andava in onda la sera su Rai1. Ho girato così ogni angolo del Vecchio Continente, accumulando servizi ed esperienze. Dal 1994 uno stop di tre anni: la direzione di testata non mi voleva più. Sono comparso in decine di comunicati sindacali (dell’Usigrai) prima di tornare in redazione nel 1997. Caporedattore era Antonio Di Bella, direttore Ennio Chiodi. Ho ripreso a collaborare a Europa (prima che fosse chiusa) lavorando però soprattutto al tg: cronaca e (tanta) politica, i campi su cui mi sono esercitato. Sono diventato inviato e ho girato ancora un po’ il mondo (Irak, Ucraina e Haiti, ad esempio) e soprattutto tutta la Lombardia.
Negli ultimi cinque anni, su input del compianto Ezio Trussoni (caporedattore fino allo scorso inverno, quando ci ha purtroppo lasciato, sostituito da Ines Maggiolini) sono diventato caposervizio, seguendo soprattutto le trasmissioni del mattino: Buongiorno Italia e Buongiorno Regione (e io mitico Gazzettino Padano, in radio). Esperienza bellissima ma faticosa visto che occorre svegliarsi (come ho fatto anche questa settimana) alle 4.40.
Da domani volto pagina. Passo a Raisport. Vado a toccare un terreno che ho più volte sfiorato in questi anni, ma che rappresenta una assoluta novità. E in quanto tale sarà per me esaltante. E, spero, divertente. Sia per me, sia per voi che avete la pazienza di seguirmi.
Lascio nella vecchia redazione tanti amici e tanti ottimi colleghi.
Non so come andrà nel nuovo settore e se sarò all’altezza di una storica tradizione. So solo che mio papà sarebbe stato fiero di me.

Ad maiora

#Tgr Domani Buongiorno Regione Lombardia in diretta dal Memoriale della Shoah

Se la memoria è elaborata nel presente e si propone per il futuro significa che noi non ricordiamo “quello che è avvenuto” come se fosse un dato, ma che lo ricordiamo attivamente, ossia insieme ne produciamo e riproduciamo la memoria.
David Bidussa, Dopo l’ultimo testimone

Domani Buongiorno regione sarà in diretta dal Memoriale della Shoah che verrà inaugurato domenica.
Ore 7.30 Rai3

Ad maiora

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Dedicata a Ezio #Trussoni la sala riunioni #Tgr #Rai #Lombardia (Video)

Due mesi fa la scomparsa del caporedattore della Tgr Lombardia, malato di Sla.
Oggi a Ezio è stata dedicata la sala riunioni del tg.
Sopra il tavolo, una lapide con la lettera testamento che Ezio scrisse alla redazione quando si aggravò la sua malattia.
Io sono una persona fortunata, era l’incipit di quel messaggio. Qui letto dal suo amico e collega, Massimo Donelli.
Una lettera che rimarrà un monito per tutti noi.
Ad maiora

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#CiaoEzio con Antonia Pozzi

Maria Castelli, collega e donna di straordinaria forza, dopo aver letto il mio post sulla morte (e la lezione) di Ezio Trussoni, mi ha mandato questa poesia di Antonia Pozzi.
Che giro a tutti voi.
Ad maiora
……………..
Questo non è esser morti.
Questo è tornare al paese, alla culla:
chiaro è il giorno,
come il sorriso di una madre che aspettava.
Campi brinati, alberi d’argento, crisantemi
biondi: le bimbe
vestite di bianco
con il velo color della brina,
la voce colore dell’acqua
ancora viva
fra terrose prode.
Le fiammelle dei cieli,
naufragate nello splendore del mattino,
dicono quel che sia
questo svanire delle terrene cose,
dolce,
questo tornare degli umani,
per aerei ponti
di cielo,
per candide creste di monti
sognati,
all’altra riva,
ai prati
del sole.

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