Le notizie degli ultimi giorni (con il cedimento di uno dei cassoni che tengono a galla il relitto) hanno riportato alla ribalta della cronaca il naufragio della Costa Concordia. Proprio la mediatizzazione di questo drammatico naufragio è al centro della tesi in discussione in queste ore alla Statale di Milano.
Raffaele Panfili parte dal passato raccontando il ruolo della cronaca nera nella stampa italiana per passare ad analizzare cosa sia diventata l’informazione nell’era dell’immagine. La spettacolarizzazione dell’affondamento della nave da crociera è al centro della tesi raccontando come il circo mediatico si sia concentrato su quanto accaduto. La focalizzazione ha trovato un perfetto capro espiatorio: il comandante Schettino, sostituito in queste ore da un altro personaggio su cui sembrano ricadere tutte le colpe del Paese: Gennaro ‘a carogna.
Un volta che il circo dei giornalisti ha tolto le tende non si ferma però l’attenzione dell’opinione pubblica intorno al caso e scatta il cosiddetto “turismo dell’orrore”. La crescita dei giornalieri sui traghetti verso il Giglio testimonia come la tv abbia lo stesso ruolo delle lampadine per le falene notturne. Conta sola differenza che queste ultime non si fanno selfie con una nave affondata alle spalle.
Ad maiora