Piazza Fontana

“Io l’ho saputo dai giornalisti”. Come la stampa ha raccontato Piazza Fontana (tesi)

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Avevo già seguito una tesi su Piazza Fontana, ovviamente nei suoi aspetti mediatici, non giudiziari. Era dedicata a come era cambiata, grazie alla coscienza civile e alla tv, la percezione della strage del 12 dicembre.
Questa di Matteo Pedrazzini, in discussione alla Statale di Milano, affronta il delicato tema da un’altra prospettiva: quella dei quotidiani nei giorni immediatamente seguenti la bomba (comprendendo quindi anche la cosiddetta diciannovesima vittima, Pino Pinelli). Un’analisi lucida e originale che mostra le due facce del giornalismo nostrano che quella vicenda pose plasticamente sulla stessa scena: quelli disposti a bersi tutto ciò che dice il potere contro coloro che non si fidano, che verificano anche le notizie che sembrano scritte sulle Tavole della Legge.
Senza questi ultimi, Valpreda sarebbe forse morto in cella.
Ad maiora

Un doppio livello, nella storia della Repubblica

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“Doppio livello” è un libro di Chiarelettere da leggere dopo quello di Bisignani, giusto per capire – davvero – cosa sia successo in questi anni.
Il volume di Stefania Limiti (lungo 480 pagine, non poche) analizza l’influenza dei servizi segreti “deviati” e dell’intelligence americana nei tanti misteri che stanno dietro la storia della Repubblica da piazza Fontana fino agli attentati mortali a Falcone e Borsellino.
Si analizza il secondo livello occulto (spesso di matrice fascista o anti-comunista) che ha accompagnato le vicende più oscure della Prima Repubblica (con alcuni personaggi che traghettano anche nella seconda). Il tutto per destabilizzare la democrazia, per accusare la sinistra di attentati di destra, per imporre un regime.
Se nel libro/intervista di Bisignani Andreotti sembra un eroe qui appare invece come colui che ha gestito molte delle trame, non solo siciliane.
Nel volume vengono raccontate anche le azioni di gruppi terroristi (o singoli attentatori) misteriosamente nati e scomparsi (lasciando dietro morti e feriti): dalla Falange Armata a Una Bomber.
C’è anche una rilettura della storia del terrorismo rosso e nero, che a volte si rifornivano, per armi, targhe false, esplosivi etc, allo stesso “centro servizi”.
In tutto questo le indagini della magistratura sono state spesso ostacolate da chi in realtà lavorava per i servizi segreti o per gruppi massonici.
Un giorno, quando verrà tolto il segreto di stato su tanti documenti (sempre che non vengano prima distrutti), potremo forse riscrivere la storia dell’Italia repubblicana.
Ad maiora
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Doppio livello, come si organizza la destabilizzazione in Italia
Stefania Limiti
Chiarelettere, Milano 2013
Pagg. 480
Euro: 18,60

La tv e Piazza Fontana: com’è cambiata la percezione della strage nell’opinione pubblica (tesi)

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“TV e strage di Piazza Fontana”: come è cambiata la percezione della strage nell’opinione pubblica italiana” è l’interessante tema affrontato da Emanuela Tubelli che si sta laureando in Statale mentre leggete queste righe.
A meno di cento passi da Festa del Perdono ha avuto luogo una strage tuttora (inutile dire “incredibilmente” perché è invece assolutamente scontato e credibile il perché di indagini volutamente azzoppate nelle fasi iniziali) tuttora, dicevo, senza colpevoli.
Quella bomba alla Banca dell’Agricoltura fu accompagnata da depistaggi di servizi segreti più o meno deviati (e più o meno segreti) cui si accompagnò la gran cassa dei giornalisti, dato che quelli italiani sono per lo più proni al potere (politico, quando va bene). E così come dimenticare Vespa che descrive Valpreda come autore della strage. Altri giornalisti contribuiranno a smentire quelle fandonie di regime. E piano piano, pur in assenza di una “giustizia”, l’opinione pubblica è andata facendosi una sua opinione. Lo si sente dal tono in cui oggi la strage viene raccontata in TV e che la Tubelli nella sua tesi analizza. Anche l’ultimo (davvero brutto film) su Piazza Fontana al di là dei deliri (doppi per di più) fa intendere come la verità di regime funzioni solo nei regimi. E le immagini dell’incontro al Quirinale tra le vedove Calabresi e Pinelli raccontano più di mille parole come sia cambiata la percezione di ciò che è successo in questi anni, in questo disgraziato paese.
Ad maiora

43 anni dopo. Il romanzo sulla strage di stato. Fatto a pezzi da un PDF

Tanti ottimi attori. Ben girato. Regista famoso.
Il tutto per fare – 43 anni dopo la strage di piazza Fontana – un film inutile, con un finale romanzato che manda in vacca anche parti interessanti della pellicola.
“Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana ha un solo grande merito.
Quello di aver spinto Adriano Sofri a scrivere un piccolo libro per confutare le assurde tesi del film (e del libro cui si è liberamente ispirato).
Un volume scaricabile (gratis e in PDF) dal sito:
http://www.43anni.it/

43 anni dopo questa mi sembra la principale novità.
La rete fa contro informazione, acchiappa e smaschera bufale ed errori.
Ad maiora.

Ps. Sofri nel finale del testo si chiede quali le reazioni del pubblico alla pellicola.
Ieri a Milano, alla fine, molti applausi.
Ma, si sa, ormai si battono le mani anche ai funerali.

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