Ostello Bello

Questa sera la presentazione del nuovo libro di Nando dalla Chiesa: l’impresa mafiosa

È un libro interessante e ben scritto (come tutti i libri di Nando, peraltro). Ma mentre lo leggevo immaginavo le difficoltà degli studenti che dovranno studiarlo.
“L’impresa mafiosa” di Dalla Chiesa è infatti un manuale universitario pubblicato dalla Cavallotti University Press, novella casa editrice che ha dato alle stampe anche il mio “Anticorpi alla Videocrazia”.
Il testo tratta la mafia come impresa mafiosa spiegando come si muove e che danni provoca: “Essa persegue certamente il profitto, e si industria anzi a realizzarlo cercando di applicare la combinazione più razionale dei mezzi a propria disposizione (tra cui la violenza)”. Tra i fini dell’organizzazione mafiosa, è questa però l’analisi di Dalla Chiesa, al primo posto resta il potere: “È esso in fondo che consente alla mafia e all’impresa mafiosa di realizzare profitti, di scoraggiare e azzerare la concorrenza, di conquistare gli appalti e le forniture, di avere a propria disposizione le amministrazioni e, se necessario, il credito. (…) Se per assurdo fosse costretta a decidere se sacrificare il profitto o il potere, la mafia sceglierebbe senz’altro di sacrificare il primo”.
La mafia è indicata come organizzazione “problem solving”, capace per esempio di aiutare imprenditori settentrionali senza scrupoli ad affidarsi a lei per la gestione dei rifiuti tossici o nel movimento terra.
Il libro si chiude all’insegna dell’ottimismo sottolineando la novità e il valore aggiunto della impresa anti-mafiosa, “che si costituisce fisicamente sui beni sottratti alla mafia dall’autorità dello Stato e ne fa un uso alternativo, dando vita a una sfida tacita ma dura, e di lungo periodo, con le pretese di signoria delle organizzazioni mafiose”.
Un realtà quella delle imprese anti-mafiose per ora economicamente poco rilevante. Capace però di far paura ai mafiosi (che ne incendiano i campi e bruciano i mezzi di lavoro). Perché combatte la mafia sul suo stesso terreno.

Stasera, 4 febbraio, presentiamo “L’impresa mafiosa” (con l’autore e l’editore Lillo Garlisi) all’Ostello Bello di Milano (via Medici 4) ore 21.

Ad maiora

Nando dalla Chiesa
L’impresa mafiosa
Cavallotti University Press
Milano, 2012
Euro 16,50
Pagg. 166

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Le cinquanta sfumature di grigio delle #PussyRiot

Maria Alekhina in prigioneLa carriera di un sorvegliante del carcere e, soprattutto, nel lager si fa sulla pelle dei detenuti.

Varlam Šalamov, I racconti della Kolyma

E spero stiano facendo carriera gli aguzzini che un giorno sì e l’altro pure sanzionano le Pussy Riot in carcere. Una delle due, in isolamento perché minacciata, è stata punita per non aver sentito la sveglia: http://www.ilmondo.it/esteri/2012-12-21/russia-nuova-sanzione-pussy-riot-carcere-si-sveglia-tardi_165433.shtml

Maria Alekhina aveva d’altronde scritto una lettera aperta qualche giorno fa, ma dicendo che questa non è vita:  http://pubblicogiornale.it/mondo/pussy-riot-carcere-lettera/

Le cinquanta sfumature di grigio delle prigioni russe sono tutt’altro che eccitanti. Scrive Maria: “Tutto è grigio qui intorno. Anche se è di un altro colore, contiene un elemento grigio. Tutto: gli edifici, il cibo, il cielo, le parole”.

Annaviva ricorderà le Pussy Riot con una manifestazione a Milano nel pomeriggio del 16 gennaio e una serata all’Ostello Bello la sera del 17.

Ad maiora

Ordine di chiusura per Ostello Bello (aggiornamenti)

Da che l’hanno aperto, nell’agosto di un anno fa, è diventato un punto di riferimento per i viaggiatori di tutto il mondo.
A Dublino è arrivato secondo nella speciale classifica tra i migliore ostelli mondiali (di recente apertura).
Non era stata una passeggiata aprirlo rispettando le mille regole di un paese che vive di carte e di burocrazia.
Alla fine, quando Carlo e gli altri erano riusciti nell’intento, a migliaia sono accorsi a frequentarlo. Non solo tra i viaggiatori, ma anche tra i milanesi. Specie quelli più giovani.
Wi-fi gratis e l’aria familiare la ricetta di questo posto a due passi dal Duomo.
Le visite di controllo si sono susseguite senza sosta in questi mesi, trovando ogni volta qualcosa che non andava. Prima l’ordine di chiudere le porte alle 22 (pesante danno economico, sul quale però i ragazzi di OB hanno taciuto). Ora addirittura l’ordine di chiusura. La normativa prevederebbe invece una mera sanzione pecuniaria. I funzionari di Palazzo Marino avrebbero deciso invece la misura più draconiana: chiudere. Anche togliere dei letti significa comunque perdere dei soldi.
La decisione è arrivata dal Comune di Milano ma su segnalazione della Asl: 8 letti anziché 6 in molte stanze il “grave reato”. Tenete conto che l’ostello comunale di letti ne ha 20 in molte stanze, ma le regole di sicurezza valgono, misteriosamente, solo per le nuove strutture.
Ora l’Ostello Bello ha tempo 30 giorni per evitare la chiusura. Anche se l’ondata mediatica seguita al comunicato via Facebook di OB si è fatta sentire.
Pro-Ostello Bello è intervenuto, via twitter, anche il sindaco Pisapia.
Vedremo come andrà a finire…
Noi, comunque, non ci allontaneremo dall’OB.
Ad maiora.

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Ordine di chiusura per Ostello bello

Da che l’hanno aperto, nell’agosto di un anno fa, è diventato un punto di riferimento per i viaggiatori di tutto il mondo.
A Dublino è arrivato secondo nella speciale classifica tra i migliore ostelli mondiali (di recente apertura).
Non era stata una passeggiata aprirlo rispettando le mille regole di un paese che vive di carte e di burocrazia.
Alla fine, quando Carlo e gli altri erano riusciti nell’intento, a migliaia sono accorsi a frequentarlo. Non solo tra i viaggiatori, ma anche tra i milanesi. Specie quelli più giovani.
Wi-fi gratis e l’aria familiare la ricetta di questo posto a due passi dal Duomo.
Le visite di controllo si sono susseguite senza sosta in questi mesi, trovando ogni volta qualcosa che non andava. Prima l’ordine di chiudere le porte alle 22 (pesante danno economico, sul quale però i ragazzi di OB hanno taciuto). Ora addirittura l’ordine di chiusura. La normativa prevederebbe invece una mera sanzione pecuniaria. I funzionari di Palazzo Marino avrebbero deciso invece la misura più draconiana: chiudere. Anche togliere dei letti significa comunque perdere dei soldi.
La decisione è arrivata dal Comune di Milano ma su segnalazione della Asl: 8 letti anziché 6 in molte stanze il “grave reato”. Tenete conto che l’ostello comunale di letti ne ha 20 in molte stanze, ma le regole di sicurezza valgono, misteriosamente, solo per le nuove strutture.
Ora l’Ostello Bello ha tempo 30 giorni per evitare la chiusura. Anche se l’ondata mediatica seguita al comunicato via facebook di OB si è fatta sentire.
Pro-Ostello Bello è intervenuto, via twitter, anche il sindaco Pisapia.
Vedremo come andrà a finire…
Noi, comunque, non ci allontaneremo dall’OB.
Ad maiora.

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STOP LUKA, TRA POCO A MILANO

Alle 1830 all’Ostello Bello di Milano inizierà la conferenza sulla libertà di stampa (ma non solo) in Bielorussia. Per Annaviva questo è un tema centrale sul quale attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. In questi anni ci siamo occupati di Russia, di Cecenia, di Georgia. È però la prima conferenza che organizziamo un incontro con ospiti bielorussi (seppur dissidenti e rifugiate all’estero).
Per un’associazione come la nostra è un motivo di orgoglio anche se comporta un grosso sforzo organizzativo (oltre che economico).
Ma crediamo che solo accendendo i riflettori si possa squarciare il buio delle dittature.
In questi quattro anni di vita Annaviva ha presentato molti libri dedicati al mondo sovietico e a quello post-sovietico. Abbiamo manifestato più volte in ricordo di Anna Politkovskaja (da ultimo anche con uno spettacolo teatrale a lei dedicato: Elsa K.). Abbiamo ospitato esponenti di rilievo dell’opposizione russa, da Garry Kasparov a Tatiana Yankelevich fino a Denis Bilunov con il quale saremo il 9 novembre, alle 21, con un incontro alla libreria popolare di via Tadino a Milano.
E abbiamo organizzato numerosi flash mob, in contemporanea con l’opposizione russa e quella bielorussa.
Oggi passeggiando per il centro di Milano ho individuato quale potrebbe essere il prossimo obiettivo di una nostra “protesta”: in Cordusio è esposta – per l’Expo – la bandiera
bielorussa di Lukashenko. Sarebbe bello avvolgere quel palo con la bandiera che in Bielorussia è vietato sventolare (pena l’arresto), quella bianca e rossa che tra poco accompagnerà il nostro convengo contro la “prigione a cielo aperto”. Con noi ci saranno Natalia Radzina e Vera Stremkovskaya.
Non mancate.
Ad maiora.

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