Nazisti

Auschwitz non si può dimenticare

Noi siamo usciti da Auschwitz, ma Auschwitz non è uscita da noi. Non è possibile. È stata un’esperienza troppo traumatica. Lei immagini una persona giovane – io non avevo neanche vent’anni – che si ritrova da un giorno all’altro completamente sola, avendo appreso che i suoi familiari sono stati bruciati. Ridotti a fumo da un camino. È spaventoso, non si può dimenticare, non si può sopportare di non avere una tomba su cui portare un fiore. È difficilissimo. Ci sono cose, magari le più banali, che te lo ricordano in qualsiasi momento: una ciminiera che fuma, una fila di bambini che assomiglia alle colonne che andavano…

È qualcosa che non si può spiegare abbastanza. Poi la vita di ciascuno ha avuto il suo corso, con le cose belle e le cose tristi che ci sono capitate, e tutte queste cose rimangono nell’animo, però Auschwitz, tutto quello che è successo lì dentro, tutto quello che si è visto, tutti quei bambini a cui non si è potuto portare soccorso, tutti quei vagoni che arrivavano, quei convogli infiniti che scaricavano centinaia e centinaia di persone al giorno che andavamo al gas… È indimenticabile.

Goti Bauer (in Come una rana d’inverno: conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz, Daniela Padoan, Bompiani 2005)

Ad maiora

Onna ieri è oggi

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Sono stato a Onna nei giorni immediatamente successivi al terremoto del 6 aprile 2009. L’effetto di straniamento che quella case senza tetto e con l’interno sottosopra faceva a me e persino ai soccorritori non mi ha mai più lasciato. I 41 morti pagati da quel piccolo centro rappresentano, percentualmente, il maggior numero di vittime rispetto agli abitanti (circa il 15 per cento della popolazione).
Il paesino era prevalentemente agricolo e tra le vittime ci sono da registrare anche centinaia di animali da allevamento.
Onna nuova è stata ricostruita accanto a quella vecchia. L’ultima volta che ci andai, conobbi una signora che viveva lì da sempre (salvo una breve parentesi a Milano) e che mi raccontò la vita del paese prima del terremoto.
Onna era già conosciuta nel passato per un’altra strage. Per mano dei nazisti. Che qui assassinarono 17 persone.
La lapide è ancora visibile. Ma in un palazzo molto pericolante.

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Sono tornato a Onna e questa volta ho camminato nella parte ormai abbandonata. Le case che non sono crollate, mostrano danni irreparabili.

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Della vecchia Onna rimangono solo macerie. Come una sorta di Pompei moderna.

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Per i rari visitatori che passino di lì, una mappa virtuale con tanto di QR Code racconta come era bella Onna solo pochi anni fa.

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Intravedendo le macerie, e ricordando i racconti della signora Antonietta, non faccio fatica a crederlo.
Ad maiora

Domani sera a Speciale TG1 “Il viaggio più lungo: Rodi-Auschwitz”

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Se non l’avete ancora visto nelle prime proiezioni cinematografiche non oerdetevi domani sera in seconda serata su Rai1, il film-documentario di Ruggero Gabbai sulla deportazione (e distruzione) della comunità ebraica di Rodi, deportata (e annientata) nei campi di sterminio nazisti. Dei 1820 ebrei sopravvissero in 150. Nessuno rientrò a Rodi (le case furono subito occupate dai greci, alla fame).
Nel filmato compaiono tre sopravvissuti che raccontano, ognuno in base alla propria prospettiva e sensibilità, quel vergognoso viaggio verso la morte: Sami Modiano, Alberto Israel e Stella Levi. La testimonianza di quest’ultima è a mio avviso quella più toccante (e imbarazzante per chi vive nella penisola): lei, che scelse l’Italia, si sente tuttora tradita proprio dagli italiani, capaci di cacciare (con le leggi razziali applicate in tutto l’Impero mussoliniano) gli ebrei da scuole e lavoro e preparare il terreno alla ferocia nazista.
Un film da vedere e su cui riflettere.
Questo il trailer:

Ad maiora

Sessantanove anni fa l’eccidio di Borgo Ticino

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Commemorata oggi a Borgo Ticino, nel novarese, la strage compiuta dai nazi-fascisti il 13 agosto 1944: 12 gli innocenti fucilati, davanti a tutto il paese.
Per quella strage, dopo gli anni di insabbiamento nell’armadio della vergogna, si è trovato un colpevole, un ex militare tedesco.
Oggi il ricordo, in piazza.
Preceduto dalla banda che ha intonato, Bella Ciao, l’inno di Mameli e la Canzone del Piave:

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13 agosto, commemorazione eccidio di Borgo Ticino

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Ecco il programma:
commemorazione eccidio martiri di Borgo Ticino

Programma

Ore 9.00 Raduno in piazza Martiri e corteo verso la Chiesa Parrocchiale

Ore 9.30 S. Messa, in ricordo dei caduti

Ore 10.30 Corteo con deposizione delle corone al monumento ai caduti

Ore 11.00 Saluto del Sindaco e commemorazione in P.zza Martiri con le Autorita’

Interverranno: il giornalista R.A.I. dott. Andrea Riscassi che introdurrà gli interventi di: Pier Vittorio Buffa scrittore e autore del libro “Io ho visto”, dott. Marco De Paolis Procuratore della Repubblica a Roma, dott. Andrea Speranzoni Avvocato dei parenti dei martiri e del Comune.
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