La Repubblica

Non-recensione di “Educazione siberiana”

locandina_film_salvatores_educazione-siberiana-Ripubblico, a qualche anno di distanza la non-recensione che avevo scritto a “Educazione siberiana” di Lilin. Oggi con l’uscita del film di Salvatores si parla sempre più di lui. Non andrò a vedere la pellicola. Rispetto a quanto scrissi, aggiungo solo questo link al Fatto quotidiano.
Ad maiora
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L’odierno articolo di Maurizio Crosetti su Repubblica “Lilin, vita blindata: faccio il tatuatore in clandestinità” mi spinge a riprendere in mano una mai scritta recensione del libro Einaudi “L’Educazione siberiana”. E’ uno dei testi must di questo 2009, anche se francamente per chi come me è appassionato di est Europa e conosce non solo la Moldova ma anche la Transnistria, il volume è sembrato molto strano.

Parto dall’impressione corporea che ho avuto incontrando Nicolai Lilin. Non gli piace parlare coi giornalisti. L’intervista che abbiamo fatto è stata molto breve perché ho percepito che non avrebbe aggiunto nulla rispetto a quello che avevo letto nel suo libro e su di lui. Malgrado tutto non sono andato prevenuto all’incontro. Anche se gli articoli di Anna Zafesova (una delle migliori giornaliste del nostro paese) su “La Stampa” mi avevano messo sul chi va là. Anna, che è andata a verificare le storie di criminali siberiani direttamente a Bender (in Transnistria), ha smontato la ricostruzione fatta da Lilin.

Ho incontrato Lilin a Bellinzona a margine di una bellissima manifestazione culturale che viene organizzata da quelle parti sulle traduzioni. Il Babel Festival è un confronto – a volte magico – tra chi scrive e chi traduce. Lo consiglio vivamente a chi ama i libri.

Di molti degli incontri che ho visto quello di Lilin che chiudeva l’ultima giornata era l’unico senza moderatore. E’ stato un one-man-show.

Lilin è ormai un personaggio pubblico, anzi, televisivo. Così molte delle cose che dice vengono prese per oro colato da chi ascolta. “Lo ha detto la televisione” è sempre più l’elemento catartico del nostro paese che non a caso ha deciso di affidarsi alle abili mani di un magnate delle tv.

Lilin, anche nel Canton Ticino, ha raccontato le sue storie, ha ribadito più volte che non è uno scrittore, che ha imparato l’italiano senza studiarlo e tutte le altre cose che trovate nel suo volume e che va ripetendo anche ai giornalisti che lo avvicinano. Affascinati come sempre, anche dalle sue parolacce, infilate ad arte nei discorsi e negli scritti.

Il comizio del buon Nicolai a Bellinzona è andato avanti per una buona oretta. Quando è stato il tempo delle domande si è alzata una bella signora dai caratteri russi, anzi russo-moldavi (e dalla fierezza tipica di quelle terre) che in pratica ha detto: ti sei inventato tutto, getti fango sul nostro paese per fare soldi. Lilin imbarazzato ha ribattuto che lui racconta quel che gli hanno raccontato amici e parenti a Bender. La signora – che sventolava il libro pieno di post-it e segni a matita – ha detto che anche lei era di Bender, chiudendo in pratica la partita. È stata poi zittita dal resto del pubblico che voleva sentire Lilin e non una russofona in trasferta venuta a rovinare le uova nel paniere. La vox populi era: è un romanzo, non un libro di cronaca giornalistica. Sarà, ma non sembra però.

L’operazione commerciale dell’Einaudi è comunque riuscita appieno. Di qui forse la mia ritrosia a scrivere la recensione e a raccontare un episodio di qualche mese fa. Oggi però la lenzuolata di Repubblica mi ha risvegliato dal torpore.

Tra poco esce un nuovo libro di Lilin, sempre per la casa editrice berlusconiana. Penso che risparmierò soldi e tempo evitando di acquistarlo. E’ una delle poche armi che il mercato (editoriale) ci lascia.

Il libro rende liberi (carcerati e vacanzieri di città)

Sarà perché il periodo di vacanze (anche se per molti casalinghe o quasi) spinge alla lettura. Ma sui giornali di oggi ci sono molti titoli in qualche modo legati ai libri.

La storia più bella è sicuramente su Repubblica (R2) a firma di Pino Corrias: “Brasile, i libri rendono più liberi: gli sconti di pena per chi legge in carcere. La presidente Dilma Rousseff (per tre anni in cella nella stagione dei generali brasiliani, Ndr) ha ideato uno speciale esperimento ora avviato in alcune prigioni del Paese. Per ogni titolo letto, ai detenuti verranno tolti quattro giorni di reclusione, per un massimo di 48 ogni anno”.

Si promuovono autori meno noti sulla Provincia di Varese: “Knut, il viandante dell’anima. Tornano in libreria tre celebri romanzi di Hamsu, narratore norvegese e Premio Nobel nel 1920. Sensibile alle idee di Nietzsche, arrivò a sostenere Hitler, per poi pentirsi. Iperboa invita a riscoprirlo”.

Invisto ai classici invece su L’eco di Bergamo: “Omero e Bibbia, per chi li legge la vita cambia. Un libro di interviste di Romano Montroni. Ma c’è chi cita anche Tolstoj (Magris e Stajano), “Don Chisciotte” (Scurati e Macchiavelli)”.

Sempre sull’Eco un titolo beneaugurante sul nostro futuro e che viene da Treviglio: “Niente vacanze? Boom in biblioteca. Impennata di utenti dalla metà di luglio alla Cameroni, prese d’assalto sale lettura e chiostro. Il direttore: “Mai vista un’affluenza così”. Non solo studenti, c’è chi riscopre il piacere della lettura”. Anche se non è in carcere, aggiungiamo noi.

Chiudo col Giornale che non parla di libri ma, nelle Cronache, di una novità assoluta: “Basta diapositive, la vacanza si racconta su internet. La noiosissima abitudine sostituita dal più narciso Facebook”. Il pezzo porta la data di oggi, 14 agosto 2012. Ma forse potevano pescarlo dagli archivi di qualche lustro fa. L’occhiello rende più assurdo il tutto: “Lo dice la Doxa”. Per domani attendo un pezzo su: Addio alle cabine telefoniche. Sempre che la Doxa confermi.

Ad maiora

Un altarino sull’Ad Maiora?

L’Ad Maiora galleggiante mi interessa visto che molti mi invitano – dopo le notizie di questi giorni – a cambiare il mio saluto finale.

Oggi Repubblica intervista l’anonimo ex comandante dello yacht che ospitava Formigoni.

Curiosamente nel catenaccio (sia nella versione on-line che in quella cartacea) c’è la notizia di un altarino a bordo della barca. Ma nel pezzo non se ne trova traccia:

http://www.repubblica.it/politica/2012/05/29/news/formigoni_yacht-36111635/

Ad maiora (lo tengo)

Ps. Sul Corriere, a pag.19, compaio in bella vista mente intervisto il governatore.

 

Ps2. Formigoni annuncia querele. Ecco il comunicato:

“E’ ora di mettere fine alle speculazioni contro di me: ho già dato mandato allo studio legale Stivala di agire giudizialmente a tutela della mia reputazione contro quelle testate giornalistiche, televisive o radiofoniche che con palesi trasfigurazioni del vero, falsità, interpolazioni, hanno inteso minare l’onorabilità mia e del consesso regionale da me presieduto”. lo dichiara il presidente della regione lombardia, Roberto Formigoni.

La rivoluzione di Mosca vista da Ezio Mauro

Oggi il reportage del direttore di Repubblica, ezio Mauro, da Mosca. Ottimi spunti per la manifestazione di domani di Annaviva a Milano e per il viaggio di turismo responsabile che faremo a marzo.

http://www.repubblica.it/esteri/2012/02/03/news/cremlino_innocenti_mauro-29239674/?ref=HRER3-3

Ci vediamo domani alle 11 in via Dante!

Ad maiora

CAMILA, L’ICONA MONDIALE DELLA PROTESTA

Oggi il Venerdì di Repubblica ha in copertina Camilla Vallejo Dowling, la giovane icona della rivolta studentesca cilena (ieri per protestare hanno replicato la manifestazione del bacio collettivo, pensando al futuro dei loro figli e della difesa della scuola pubblica).

Filippo Ceccarelli, nel parlare di Camila, scrive che “trent’anni di dominio dello spettacolo non sono passati invano: l’evoluzione dei modelli di leadership è una faccenda di sguardi e di contenuti comincia a riguardare i giovani”:

Nelle tv cilene, l’attenzione mediatica mondiale su Camila viene vissuta con stupore (maggiore se la notizia rimbalza dall’Italia):

http://youtu.be/ISYS89wijko

Anche da quelle parti, comunque, bella donna impegnata in politica scatena immediate reazioni maschiliste.

Un altro spunto per essere indignados.

Ad maiora.