Non so se è una lettura natalizia, ma la propongo ugualmente oggi. Ho inserito infatti “Televisione” di Carlo Freccero, tra i libri per il mio prossimo corso di comunicazione televisiva. È davvero un testo interessante e mi offrirà spunti per innumerevoli domande agli esami in Statale. Solo l’ultimo capitolo, il settimo, quello sugli scenari della tv italiana, mi ha lasciato perplesso. Ma non mi piacciono quasi mai le previsioni.
Il volume di Freccero parla di video-comunicazione, ma anche di politica, visto che – soprattutto alle nostre latitudini – è impossibile scindere l’elettrodomestico dalla politica: “La televisione si è definitivamente affermata come medium dominante e ha soppiantato la stampa nella scala dei valori correnti. (…) Non è più ” naturaliter di destra” perché il conservatorismo neoliberista è diventato l’unica realtà
riconosciuta, non solo da destra, ma anche da sinistra. Infine non si pone neanche più il problema se la tv dica la verità, dal momento che è il criterio quantitativo, statistico, a stabilire se una cosa sua vera o falsa e non la rispondenza di un enunciato a una verità esterna”. Per l’ex direttore di La Cinq, Italia 1, Raidue e Rai4, la tv è incompatibile con la razionalità: “La stampa è un mezzo agli antipodi della comunicazione televisiva: la pagina scritta permette di ritornare più volte su un concetto, di affrontare la complessità di una tesi, di utilizzare una sintassi costruita su subordinate e coordinate. La televisione è legata a un consumo distratto e discontinuo, continuamente deve contrastare la caduta di attenzione dello spettatore e lo può fare solo facendo ricorso alla superficialità e spettacolarità dell’immagine”.
Con fortissimi impatti sul nostro modo di vivere e pensare: “Rispetto alla Rai che ha rappresentato in Italia il maggiore fattore di informazione culturale, la televisione privata ha rappresentato il maggior fattore di americanizzazione, e quindi di internazionalizzazione del gusto”.
L’arrivo di smartphone e tablet ha democratizzato l’informazione, rendendola ancora più spettacolare, ancora più irrazionale: “L’evento viene consumato nella sua immediatezza, come puro spettacolo. Passa in secondo piano la ricerca delle cause e delle motivazioni. (…) La consumazione dell’evento non è quindi razionale, ma emotiva. (…) Oggi l’evento provoca commozione. (…) Non deve essere compreso, deve emozionare”.
Chiudo con l’Auditel, sistema che ha rivoluzionato l’approccio non solo alla tv, ma alla politica perché, come scrive Freccero, “nell’era del video si realizza la dittatura della maggioranza. La norma coincide con la media statistica. Per la prima volta la verità e il potere vengono espressi in termini quantitativi anziché qualitativi”.
In questo senso l’uso dei sondaggi, di cui abusano soprattutto i tg “di sinistra” è proprio un autogol: “Nell’epoca berlusconiana, l’opinione pubblica si è abituata a identificare il potere con la visibilità”.
Vedremo che succederà nella prossima campagna elettorale…
Ad maiora
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Carlo Freccero
Televisione
Bollati Boringhieri
Torino, 2013
Pagg. 172
Euro: 9
Italia 1
Come la tv ha trasformato gli sportivi in icone mediatiche (tesi)
Vedere Balotelli segnare due gol in campionato e qualche ora dopo osservarlo in un faccia a faccia a Le Iene (su Italia 1) non stupisce più. Come non stupisce che molte delle domande (alcune censurate dai suoi legali, come segnalato dalla trasmissione) vertano su aspetti assolutamente non calcistici.
Si tratta del cosiddetto sportainment, ossia il mix di informazione sportiva e intrattenimento. Proprio questo è il tema che sta alla base della tesi di Arianna Angelico (Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e filosofia, Corso di Laurea in Cultura e storia del sistema editoriale, correlatrice Emanuela Scarpellini) che viene discussa oggi. “La nascita dell’homo sportivus. Come i mass media hanno trasformato i campioni in icone”, il titolo dell’imponente lavoro.
Icone che come racconta la tesi devono essere in grado di tenere assieme tutto: ottime prestazioni sportive e anche una grande abilità nella comunicazione.
Oggigiorno infatti, nell’era della Videocrazia, pensare di imporsi solo sul terreno di gioco, ignorando il sistema mediatico, è praticamente impossibile.
Lo sport attira pubblico. Il pubblico attira pubblicità. E il sistema marcia compatto.
Qualcuno a volte non regge il peso di questo enorme meccanismo: come Schwazer o Pistorius. Ma tra gli sportivi presi in esame dalla Angelico ci sono invece personaggi che riescono a cavalcare l’onda, come Federica Pellegrini che riesce a far parlare di sé dentro e fuori la piscina.
La tesi si concentra e mette a confronto le Olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012 raccontando le gesta mediatiche di meteore sportive e di eroi sportivi che resistono nel tempo come Usain Bolt.
Per restare in auge, per mantenere i riflettori accesi, per tacitare le polemiche, c’è una sola regola, spiega la tesi: vincere, vincere, vincere.
Ad maiora