Oggi alle 15.30 saremo a Tavazzano per l’albero ad Anna Politkovakaja nel locale Giardino dei giusti. Merito dell’amministrazione comunale e di Annaviva.
Giovedì sono stato nel comune lodigiano a un incontro su Anna coi ragazzi delle medie.
Questo il generoso post che mi dedica l’amico Giulio Cavalli.
Sono passati quasi sette anni dall’assassinio di Anna. Sempre senza colpevoli.
E noi siamo sempre qui a ricordarla.
A chiedere giustizia.
Ad maiora
Giulio Cavalli
Uomini, non funghi (a lezione in una scuola di Tavazzano)
Mettete 85 ragazze e ragazzi di terza media in una grande aula. E per due ore sottoponetevi a una fila ininterrotta di domande: sul giornalismo, sul coraggio, sulla Russia (ma anche sull’Italia).
Ascoltateli mentre introducono l’incontro e mentre leggono lettere che hanno indirizzato ad Anna. Che non potrà più rispondere.
Nei post che scrivo su questo blog cerco di essere breve e raramente parlo delle mie sensazioni. Oggi violo entrambe le regole.
A Tavazzano, grosso comune alle porte di Lodi (noto per una grande centrale elettrica, un tempo a carbone ora a gas) le terze medie (quattro classi) hanno adottato, per decisione dei professori e del dirigente scolastico, il mio “Anna è viva” (Sonda) come libro di lettura.
Lo hanno fatto perché (in collaborazione con l’associazione Annaviva) l’amministrazione comunale di Tavazzano ha deciso di dedicare proprio alla Politkovskaja il primo albero del locale Giardino dei Giusti. Verrà inaugurato domenica alle 15. Qui si può leggere come gli stessi ragazzi che ho incontrato oggi ne parlino.
Sempre a Tavazzano, alla fine dello scorso anno, grazie agli Amici del Nebiolo e a Giulio Cavalli, è stato messo in scena (dalla compagnia teatrale LattOria) lo spettacolo “Elsa K.”, dedicato ad Anna e a un omicidio di una ragazza cecena che aveva seguito in prima persona).
Insomma, è stato quel che si può definire un percorso. Che stamattina mi ha visto partecipe, insieme ai veri protagonisti: gli 85 ragazzi di cui sopra.
Mentre leggevano quel che hanno percepito di Anna e della sua storia mi sono più volte emozionato.
Perché hanno colto l’essenza di una storia che si svolge in Russia ma che parla a tutti noi.
Nei loro testi, i ragazzi hanno più volte ripetuto una frase di Anna che adoro. Rivolta com’è a quella zona grigia che (a Mosca come a Roma e Milano) tace di fronte ai soprusi ed è sempre pronta a inchinarsi al capo di turno: “Per il mio sistema di valori è la posizione del fungo che si nasconde sotto la foglia. Lo troveranno, lo raccoglieranno e lo mangeranno. Per questo, se si è nati uomini, non bisogna fare i funghi”.
Cara Anna, stamattina ho trovato 85 ragazze e ragazze che si sono impegnati a non fare mai i funghi. A non nascondersi. A camminare a testa alta.
Che mi hanno insegnato molto.
Il merito è tutto tuo.
Ad maiora

Andreotti? Non è stato assolto! Nuovo spettacolo di Giulio Cavalli
Le musiche live di Cisco danno un tocco in più al nuovo, intenso spettacolo di Giulio Cavalli. L’attore lodigiano, prestato alla politica (è consigliere lombardo del’Idv) porta in scena – al Teatro della Cooperativa di Milano – il processo a un suo omonimo, che di cognome fa però Andreotti.
L’innocenza di Giulio, recita il titolo. Andreotti non è stato assolto, spiega invece il sottotitolo. Sul quale si fonda lo spettacolo che racconta il tentativo della procura di Palermo di far condannare il senatore a vita per i suoi rapporti con Cosa Nostra. Rapporti da lui smentiti. Ma la Cassazione ha certificato che l’ex leader Dc ebbe “concreta collaborazione” con esponenti della mafia fino al 1980. Reato prescritto.
Il che significa che non è stato condannato, ma nemmeno assolto. Lo ha spiegato anche Giancarlo Caselli (che con Carlo Lucarelli ha collaborato allo spettacolo) salendo – per la prima nazionale – sul palco di questo piccolo ma attivissimo teatro.
La regia di Renato Sarti mantiene le caratteristiche del teatro impegnato di Giulio Cavalli (attore tuttora sotto scorta per le minacce mafiose), ma aggiunge qualche tocco scenico in più, come l’inginocchiatoio dove Giulio (che si traveste da Andreotti indossando un impermeabile e tenendo in mano una bibbia) si mette i panni dell’imputato e nega, nega, nega ogni addebito.
Nello spettacolo si ricostruisce la storia della mafia e della lotta alla mafia, dai prefetti di Mussolini all’eroe Mangano.
E alla fine non si rimane con l’amaro in bocca. Perché se anche abitiamo nel Paese che ha prodotto la mafia. Siamo anche quello dove è nata l’antimafia, dove singoli coraggiosi, da Ambrosoli a giudici, poliziotti, carabinieri, giornalisti, preti e a volte anche politici, hanno avuto il coraggio di dir di no. Pagando con la vita.
Ad maiora
L’innocenza di Giulio. Andreotti non è stato assolto.
di Giulio Cavalli
con la collaborazione di Giancarlo Caselli e Carlo Lucarelli
regia di Renato Sarti
musiche originali Stefano “Cisco” Bellotti
Teatro della Cooperativa/Bottega dei Mestieri Teatrali
Via Hermada 8, Milano
Fino a venerdì 22 aprile 2011 – ore 20.45 – domenica ore 16
Prezzi: Intero 16 € – Ridotti 13/8 €

Contrordine: Giulio Cavalli continuerà ad avere la scorta
Umberto Bossi tempo fa, ai giornalisti che gli chiedevano conto di alcune sue sparate, spiegava che, non avendo i soldi per fare sondaggi, faceva dei test per vedere la reazione.
È un principio mutuato dal principio (“per vedere l’effetto che fa”) contenuto nella bellissima “Vengo anch’io, non tu no” di Enzo Jannacci: http://www.youtube.com/watch?v=C0TlHcQAbLg
Ho avuto la stessa impressione leggendo la notizia che, dopo aver annunciato che sarà tolta, verrà invece mantenuta la scorta a Giulio Cavalli, l’attore lodigiano minacciato da alcuni mafiosi dopo i suoi spettacoli teatrali nei quali prende in giro Cosa Nostra.
Cavalli, che in questi giorni ha mantenuto sempre un profilo basso, conferma la notizia e sul suo sito (giuliocavalli.net) chiede “per questioni di opportunità, di rispetto verso la mia famiglia, di attenzione verso le forze adibite alla mia tutela e per la mia sicurezza che si eviti di alzare i toni e si eviti ogni speculazione”.
Sarebbe stato, comunque, curioso che una scorta affidata quando Cavalli era solo un attore, gli fosse tolta ora che la sua visibilità è aumentata, essendo stato eletto nelle liste dell’Italia dei valori al Consiglio regionale lombardo (lo stesso dove siede Nicole Minetti).
Evidentemente, come scrive oggi il Corriere “i rischi che corre l’attore sono parsi ancora significativi”.
Giulio in un sms scrive: “Noi continuiamo comunque”.
Ad maiora.

Tolta la scorta a Giulio Cavalli
Quando ieri mattina ho intervistato Giulio Cavalli, attore lodigiano minacciato dalla mafia, cui è stata concessa una scorta, aveva due agenti al suo seguito. Oggi si è appreso che il servizio di tutela gli verrà revocato. Giulio, che da qualche mese è stato eletto al Consiglio Regionale lombardo nelle liste dell’Italia dei Valori, tramite il suo sito (www.giuliocavalli.net) cerca di smorzare le polemiche: “E’ vero che ho ricevuto informale comunicazione sulla scelta dell’Ucis di Roma di revocare il mio servizio di tutela ma non credo, non voglio, e vi chiedo di non strumentalizzare o amplificare la notizia per rispetto per me e per la mia famiglia che ha già pagato troppo”. E aggiunge: “Ho grande rispetto per le istituzioni e per le molte persone che con me (e come me) sono in questa nostra grande battaglia, per questo credo che incagliarsi su questo particolare sia irrispettoso nei confronti dei molti che in prima linea rischiano quotidianamente la propria incolumità”.
L’attore prestato alla politica si riferisce “ai testimoni di giustizia, ai magistrati, ai cronisti al fronte e a tutti gli uomini di parola (che mi onoro di avere tra i miei amici) e che ho visto troppo spesso dover elemosinare protezione per sé e per le loro famiglie”.
Immediate le polemiche con Di Pietro che esprime solidarietà e presenta un’interrogazione a Maroni e gli europarlamentari dell’Idv Sonia Alfano (che, nell’esprimere “incredulità e sdegno” ricorda come invece Emilio Fede abbia la scorta) e De Magistris che parla di “segnale inquietante che desta preoccupazione e amarezza”.
La speranza è che, anche in vista degli interessi scatenati dall’Expo, si sappia valutare il da farsi e si mantenga una forma di protezione per l’attore impegnato in politica e per la sua famiglia.
Ad maiora