Expo2015

Giovedì a Expo2015 pronti la Kenya Run

Giovedì prossimo, 10 settembre, parteciperò alla Kenya Expo Run, corsa competitiva di 10 chilometri tutta dentro Expo2015.

Rivolta a tutti, atleti professionisti e non, la “Kenya Expo Run” è divisa in due “gare”: la prima alle 16.00 con la “Family Run”, camminata a ritmo libero dedicata ai più piccoli e alle loro famiglie, con un percorso di 3 km che si snoda tra i padiglioni di Expo Milano 2015 (iscrizioni sul sito http://www.stramilano.it).

Alle 20.00 la gara competitiva di 10 km: ai blocchi di partenza campioni medagliati keniani, professionisti ed amatori (come me) si cimenteranno sul percorso inedito ricavato nel sito di Expo Milano 2015. E’ una competizione internazionale, riservata agli atleti tesserati FIDAL o Enti di Promozione Sportiva convenzionati con la FIDAL e ai tesserati per società straniere affiliate alla IAAF. L’inizio della gara è stato posticipato alle 20.

Diversi i premi dedicati ai partecipanti, a partire dal kit del perfetto “Kenya Expo” runner: maglietta ricordo della manifestazione, acqua (offerta da Sanpellegrino S.p.A.), gadget (offerti da Coop e Lindt) e un biglietto omaggio (offerto da TIM) di ingresso serale a Expo Milano 2015 per ritornare a visitare il sito espositivo. Il primo uomo italiano e la prima donna italiana della gara competitiva a tagliare il traguardo riceveranno in premio un viaggio per due persone a Malindi della durata di cinque giorni con pernottamenti e pasti inclusi e volo andata/ritorno in business class. Nel caso della corsa non-competitiva invece alla famiglia partecipante più numerosa sarà omaggiata una scultura in bronzo o legno realizzata in Kenya, mentre il partecipante più giovane otterrà un cesto assortito di gift keniani.

Tra gli atleti a quattro stelle ci sarà Thomas Lokomwa, vincitore delle ultime due edizioni della Stramilano, e Paul Tergat che supporterà i corridori con la sua esperienza di maratoneta – detentore del record della mezza maratona di Milano del 1998 (59’17’’) – e ambasciatore del World Food Programme. Insieme anche al campione mondiale 10.000 metri di Tokyo ‘91, Moses Tanui e alla maratoneta Lornah Kiplagat.

Per partecipare è necessario iscriversi online, entro il 7 settembre, sul sito http://www.stramilano.it: per la “Family Run” il costo è di 15 euro, mentre la “Competitiva” è di 20 euro; entrambe comprendono il biglietto speciale di ingresso al sito espositivo, a partire dalle ore 14.00.

La “Kenya Expo Run” è organizzata dal Kenya in collaborazione con Stramilano, la Federazione di Atletica kenyana Athletics Kenya, la Federazione di Atletica Italiana FIDAL e la Onlus varesina AFRICA&SPORT, impegnata nella sensibilizzazione dello sport come strumento per conoscere il continente africano.

Ad maiora

Expo2015, i padiglioni da non perdere (e alcuni evitabili)

Partiamo dalla premessa che per vedere bene Expo2015 un giorno non basta. E che quindi bisogna operare delle scelte, che come tutte le scelte sono discutibili e possono portare a errori. Ma tant’è. Qui vi propongo alcuni padiglioni da vedere e altri che si possono anche saltare, basandomi ovviamente sui miei gusti e sulle mie sensazioni.

 
L’ordine in cui presento i padiglioni è una sorta di classifica. Che andrò aggiornando con le prossime visite al sito.

PADIGLIONE GIAPPONE
Chiunque si sia informato su Expo2015 sa che questo è uno dei padiglioni che non si possono perdere. La lunga fila (90 minuti) è ripagata dalla visita (che dura una cinquantina di minuti). 
Il Padiglione è fatto così bene da avere un meraviglioso logo dedicato, disegnato con le bacchette da tavola che vanno a formare la E di Expo.

 
Le bacchette (quelle con entrambe le estremità sottili sono per i giorni di festa) rappresentano a loro volta l’obiettivo di non sprecare neanche un chicco di riso, un germoglio di soia, un pezzo di alga. I giapponesi hanno anche una parola per tutto ciò: Mottainai, un invito a non sprecare cibo che rientra al cento per cento negli obiettivi di Nutrire il pianeta.

 
Il padiglione ha come titolo “diversità armoniosa” e nelle varie sale si possono scoprire tante caratteristiche culinarie che fanno di questo paese uno dei leader nella ricerca di una cucina (e di una cultura) davvero interessante.

 
Le sale sono tutte belle. La prima mostra, con video proiettati nel buio di un campo, il Giappone rurale nelle varie stagioni, la seconda un corridoio che racconta l’ospitalità di questo paese. Il terzo la diversità delle colture agricole. In questa stanza, scaricando l’app del Padiglione (il Wi-Fi è gratuito, funzionante e veloce in tutto Expo2015, altro miracolo davvero degno di nota) si possono catturare le immagini sul telefono. Non sono certo funzioni. Io l’ho scaricata sull’Ipad ma il supporto non entrava negli spazi previsti. Inutile anche l’intervento del gentilissimo personale giapponese.   La sala che ho più apprezzato è quella legata alla Tradizione. La parte sull’educazione alimentare andrebbe copiata in tutto il mondo.  L’ultima sala è sicuramente quella più divertente. Il ristorante virtuale del futuro merita da solo la visita al Padiglione:

All’esterno troverete numerosi ristoranti. Alcuni, come avrete letto, molto cari.

PALAZZO ITALIA

Qui sono le file a farla da padrone e potrebbero scoraggiare qualcuno. Nei giorni di massimo afflusso si può aspettare anche quattro ore.   Ma, a mio parere, è tempo ben speso. Palazzo Italia risulta infatti essere, anche architettonicamente, uno dei più belli di Expo e uno che mantiene il tema della nutrizione come collante delle varie sale (anzi, dei vari piani).   Il numero chiave di questo Palazzo è il 21, numero che rappresenta le nostre ragioni con in più Roma Capitale (in via Bellerio non avranno apprezzato). E così la prima sala (assolutamente la più renziana) mostra ventuno, spesso sconosciuti, personaggi di successo che rappresentano (anche fisicamente) il Made in Italy.  C’è poi un doppio passaggio dal caos di uno sviluppo senza regole (con i danni che esso provoca) alla bellezza del nostro paese. Le sale con le meraviglie naturali e artificiali che si possono trovare nel nostro paese sono davvero bellissime. E risultano il posto preferito per i selfie (gli specchi che campeggiano in tanti stand sembrano proprio un invito in tal senso). È decisamente il posto più affascinante di questo padiglione. Molto bella anche l’idea di mettere a contrasto musica moderna con particolari delle architetture e degli affreschi di tanti patrimoni dell’umanità che si trovano nello stivale.

L’ultimo piano gioca sul doppio senso del concetto di Vivaio (che è il tema del padiglione), visto sia come la ricchezza e la varietà della natura nel nostro Paese, sia sulla scommessa per le nuove generazioni. Cui davvero Palazzo Italia si rivolge. Lo stivale con le 21 piante tipiche (e con vista sull’Albero della vita) chiude il percorso.  Anzi, prima di andarsene è possibile firmare la Carta di Milano, il documento sul diritto al cibo che rappresenterà l’eredità di Expo. La possono firmare anche i bambini e ci sono sgabelli alla loro altezza. Alla fine si esce davvero soddisfatti. Uscendo, si possono anche ascoltare i concerti degli studenti dei conservatori italiani. Altro Vivaio non indifferente.

Avrete notato che ho parlato di Palazzo e non di Padiglione, perché il Padiglione Italia è l’intera area espositiva del Cardo. Tra i tanti spazi che si affacciano sull’affollaro viale, consiglio una sosta nell’Alto Adige-Sud Tirol con una struttura tutta in legno e tanto cibo invitante.  

PADIGLIONE UNIONE EUROPEA

Forse quello che mi ha sorpreso di più. Soprattutto perché è una istituzione contro cui tutti si divertono a fare il tiro al pallino. Non che spesso non ce ne sia ragione, ma ormai sembra diventato un vizio: quando non si sa con chi prendersela, si tira in ballo l’Europa. Il padiglione (che si affaccia sull’Albero della vita e sul Padiglione Italia) non è della Commissione o del Parlamento ma proprio dell’Unione dei 28 paesi. È il lavoro di sintesi va a mostrare proprio le peculiarità dell’Unione.   Il padiglione UE gira tutto intorno alla storia di Alex e Sylvia, i due protagonisti del cartone animato La Spiga d’oro:

La visione del video è in 4D e quindi piacerà anche ai più piccoli. Il messaggio che passa è che l’unione non solo fa la forza, ma permette di avere cibo sano a disposizione di tutti.  Dopo il film sono molto belli e interessanti anche i pannelli interattivi in cui si può vedere cosa fa l’Unione europea e ci si può preparare un panino virtuale.

 Insomma, un padiglione che piacerà anche ai più piccoli.

PADIGLIONE COLOMBIA

Ecco un’altra piacevole sorpresa di Expo2015. Il Padiglione sul paese latino-americano è sicuramente quello fatto con maggiore cuore e passione. Ogni paese ha cercato di portare a Milano la migliore rappresentazione di sé. La Colombia ha cercato di mettere in mostra quello che pochi conoscono: è uno dei paesi con la maggiore biodiversità. Un paese fortunato come recita una bella scritta all’ingresso.

 
Una biodiversità che non si sviluppa in larghezza ma in altezza. Di qui la scelta di sale nelle quali vengono mostrati i diversi microclimi presenti nel Paese. E dove di può prendere un ascensore virtuale che mostra il passaggio dai 5.000 metri del picco Cristóbal Colón fino al mare. Davvero suggestivo. Ma questo padiglione, come tutti, ha all’uscita dei locali dove si possono assaggiare le prelibatezze del Paese, in questo caso colombiane. 

Essendo un caldo pomeriggio estivo abbiamo optato per le bevande. Ne abbiamo presi di tre tipi diversi: succo di Tomate de Arbol, Lulo e Aguapanela. Personalmente quest’ultimo è quello che mi è piaciuto di più, anzi, che mi ha più dissetato.  Non paghi dei succhi, abbiamo voluto provare anche il famoso Cafè de Colombia. A turno ne vengono servite due qualità, una più forte l’altra meno. E ci siamo fatti spiegare le caratteristiche di questo prodotto tipico:

Li abbiamo provati entrambi. Diversi e molto buoni. Da assaggiare per capire che il caffè non è una tradizione solo nostra.

PADIGLIONE NEPAL

Non ci sono lunghe code da fare per questo padiglione che è tutto in salita, come è giusto che sia. È stato uno degli ultimi ad aprire non per ignavia di chi lo guida ma per il terremoto che l’ha colpito.  Arrivati in cima girerete intorno a un Budda, davanti al quale ci sono ciotole piene di offerte. Di fatto nono c’è molto da vedere, ma il tutto fa pensare, fa riflettere sulla caducità della vita.  Il tutto è accompagnato da suoni e bandierine tibetane. Davvero una esperienza toccante.

Sotto il Padiglione c’è un ottimo self-Service che con solo 15 euro vi fa assaggiare tutte le specialità nepalesi. Da testare.  

LA SPESA DEL FUTURO

Se il Padiglione del Giappone mette in mostra il ristorante del futuro, la Coop mostra come sarà il supermercato prossimo venturo. 

 Su una enorme superficie, a più livelli sono in vendita tantissimi prodotti (per lo più a marchio Coop, ovviamente). La cosa davvero stupefacente è che basta indicarli per fare apparire infografiche animate nelle quali viene specificata la provenienze e le caratteristiche dei vari prodotti.

Ah, i prezzi sono davvero a buon mercato.

PADIGLIONE QATAR

Qui la coda è relativamente breve e ne vale la pena. Perché è un padiglione che ha centrato l’obiettivo del cibo.  

Molto interessante la presentazione della tavola imbandita, ma in generale tutto il percorso ti fa capire quale filosofia ci sia dietro questa cucina.   

PADIGLIONE ESTONIA

Poca coda ed elevata resa anche per questo spazio baltico che si trova appena di fianco al gigantesco padiglione russo. Qui è tutto in legno, persino l’altalena, e tutto dedicato a cibo e natura. Al piano superiore si può sedersi nel verde ascoltando il suono degli uccellini.  

PADIGLIONE ZERO

Tornando al punto di partenza, non perdete il Padiglione Zero dell’Onu. Noi l’abbiamo visitato alle 17.30 e abbiamo fatto solo dieci minuti di coda. Si viene accolto da un cantante lirico e poi si entra in un salone dove ci si immerge a vita agreste. Davvero suggestivo.  

La cosa più bella ed istruttiva rimane la parte dedicata allo spreco di cibo.

 
Non perdetevi prima di uscire di vedere il (bel) filmato sul Banco Alimentare.

PADIGLIONE IRAN

È ben fatto e con scarsa cosa anche il padiglione iraniano. Come tanti qui a Expo si concentra sul riso, principale alimento di molti paesi.

Molto bello lo spettacolo di musica e danze cui abbiamo assistito nel tardo pomeriggio:

  
PADIGLIONI CHE A MIO GIUDIZIO SI POSSONO EVITARE

In primis quello dello Turkmenistan che non solo è una mera esibizione del corpo del dittatore, ma che pure con il cibo centra poco. Al primo piano vengono messe in mostra le pipeline del gas. Surreale.  

Altro padiglione che non vale la coda è quello dell’Austria. Si passeggia in un bel bosco. Fa più fresco che altrove, ma alla fine non ti lascia niente se non la domanda: come nutriamo il pianeta? Mangiando corteccia. Carino solo lo slogan all’ingresso.

 Poca coda e poca soddisfazione anche nel grande Padiglione della Cina. La prima parte è dedicato alla Cina rurale, con belle foto. La seconda a un fuoco di luci e colori. Che senza spiegazione si perdono via come un bicchier d’acqua. Peccato. Dicono siano buoni i ristoranti, ma abitando a China Town, ho tranquillamente aggirato la cosa. È comunque uno dei padiglioni più bello fuori che dentro.  

Anche la Slovacchia si può tranquillamente saltare. Sono entrato e uscito senza che mi sia rimasto attaccato alcun ricordo.

Chiudo su Israele. Il padiglione è bello. Ma la scelta di incentrarlo tutto sul racconto di una bella conduttrice tv (Moran Aitas) me lo fa declassificare tra quelli per cui non vale la pena fare la (lunga peraltro) coda.

  
Molto bello invece il giardino verticale esterno.

  
Ad maiora

#zappingmondiale Ni Stelvio, ni Giro, ni doping

stelvioUn po’ di italianità in giro per il mondo.

Sul Pais un’interessante intervista a Umberto Eco in occasione della laurea honoris causa a Burgos. Curioso il titolo sulla cultura e la crisi.
Titolo interessante anche su Le Figaro dove si dice che il Papa critica l’arroganza dei vescovi italiani.
E a proposito di prelati, il Guardian torna a parlare del cardinal O’Brien.
Passiamo al cibo. Sempre il Guardian parla della decisione di McDonald’s di inserire la pasta italiana, anzi Barilla, nei menù.
E sempre per l’ottimo cibo, consiglio la lettura dei menù della Nasa con la “pepperoni pizza“.
L’alimentazione sarà al centro anche di Expo2015. Il Corriere del Ticino si chiede se sarà davvero un’opportunità.
Chiudiamo con lo sport, anzi con il ciclismo. Anzi, col doping. Danilo Di Luca, di nuovo positivo, campeggia su Le Monde.
Ma il titolo in assoluto più bello sulla tappa saltata al Giro d’Italia è quello del Mundo: Ni Gavia, ni Stelvio ni nada.
Insomma, nada de nada.
Ad maiora