Estermirova

Anna Politkovskaja, quattro anni senza un colpevole

Mi immagino il direttore della Novaja Gazeta, Dimitri Muratov, scuotere la sua barba e dire a bassa voce: “Il ritmo delle indagini è troppo lento”.

Perché qua e là sui giornali moscoviti compaiono novità sull’inchiesta giudiziaria che riguarda’assassinio di Anna Politkovskaja, di cui questo 7 ottobre ricade il quarto anniversario. Nessuno, ad oggi, è stato giudicato colpevole per quel crimine.

Gli investigatori avrebbero comunque individuato il laboratorio dove è stata fabbricata l’arma con cui è stata uccisa la giornalista russa. Su questo reinterrogheranno Sergei Khadzhikurbanov, l’ex agente del Ministero dell’Interno russo che era stato indagato (ed assolto) per aver dato una mano al gruppo di fuoco che avrebbe colpito Anna, nell’androne del suo palazzo. L’uomo, in un altro processo, era stato condannato a 8 anni di carcere, per il reato di estorsione.

Per l’omicidio della Politkovskaja, nel febbraio del 2009, venne invece assolto insieme ai fratelli (ceceni) Makhmudov. Il terzo fratello, Rustam, quello che avrebbe materialmente sparato i cinque colpi di pistola è sempre latitante. E il direttore del giornale per il quale Anna lavorava, Muratov, continua pubblicamente a chiedere chi gli abbia fornito il passaporto, come mai gli sia stato permesso di lasciare il Paese e perché l’Interpol sia stata allertata in ritardo. Domande che, nella Russia di Putin, rimangono – e potrebbero rimanere a lungo – senza risposte.

Negli anniversari, tutti sembrano interessarsi a questi casi e magari il presidente Medvedev annuncerà una svolta nelle indagini. Lo ha fatto anche a luglio, per l’assassinio della Estemirova: del famoso killer individuato, rimangono solo tanti bei titoli di giornali, di tutto il mondo.

Dopo che un anno fa la Corte Suprema ha impugnato il verdetto di assoluzione per l’omicidio della Politkovskaja, si è ancora in attesa di risposte e di tempi certi su questa indagine, partita azzoppata: se infatti quello che ha agito era un gruppo di killer, chi li ha pagati? Chi il mandante? E soprattutto cui prodest?

La voce di Anna comunque non è stata messa a tacere. Il suo sacrificio viene ricordato in queste ore con manifestazioni a Mosca, Bruxelles, Roma, Milano e Brescia.

Perché, anche se il tempo passa, quaggiù, Anna cara, nessuno ti ha dimenticato. Nemmeno – ne sono certo – quelli che il 7 ottobre festeggiano il loro compleanno, circondati da amici e lacchè.

Ad maiora.

Ps. Questo un video di Amnesty International sul quarto anniversario: http://www.youtube.com/watch?v=Ab-cJ4LWSFY&feature=channel

La Russia si rinforza in Caucaso (sempre caldo)

I russi rinforzano la loro base militare di Gumri in Armenia. Un presidio militare presente dal 1995, dotato di missili S-300 e con 3500 soldati. L’accordo russo-armeno prevedeva uno smantellamento nel 2015. Da ieri (grazie a un protocollo siglato a Erevan) è stato prorogato fino al 2044.

Una mossa simile a quella operata da Mosca con l’Ucraina (di Yanukovich) per la flotta in Crimea. Lì la permanenza era garantita fino al 2017, ora è stata allungata fino al 2042. Un accordo che l’opposizione filo-occidentale alla Rada non aveva apprezzato.

In Armenia nessuno ha protestato. L’iniziativa moscovita si integra con il posizionamento dei missili in Abkhazia e segna un ulteriore tassello messo dai russi nello scacchiere caucasico. Ormai sempre più sotto il controllo moscovita.

La zona è comunque in ebollizione.

Venerdì notte le forze di sicurezza russe hanno ucciso (“liquidato”, scrivono i siti russi), in Daghestan, un leader ribelle sospettato di aver organizzato il doppio attentato del 29 marzo contro la metropolitana di Mosca, in cui morirono 40 persone. Magomedali Vagabov è stato ucciso assieme ad altri quattro combattenti ,nel corso di uno scontro a fuoco con gli agenti russi.

Ieri a Groznij, capitale della Cecenia, un militante islamico Khamzat Shemilev si sarebbe fatto esplodere dopo essere stato circondato dalle forze speciali. Tra gli agenti, un morto e 15 feriti. Shemilev era sulla lista dei ricercati più pericolosi.

Qualche giorno fa una bomba era esplosa di fronte a un bar di Piatigorsk, nel Caucaso del Nord. 22 i feriti di cui sette gravi. Sul luogo dell’attentato è arrivato anche il presidente Medvedev, promettendo che saranno catturati i terroristi.

Speriamo che si ricordi di far arrestare anche l’assassino della Estemirova, attivista dei diritti umani, ammazzata sempre nel Caucaso: nell’anniversario dell’omicidio, a luglio, aveva assicurato che era stato individuato.