Chiarelettere

Un giorno da pecora. E il minestrone indigesto

Leggere il libro “Un giorno da pecora” di Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro in questi giorni ha un effetto straniante. Perché il gustoso volume di Chiarelettere nel raccontare i dietro le quinte della fortunata trasmissione di Radiodue ripercorre l’ultimo periodo elettorale, quello che non ha dato la maggioranza a nessuno degli schieramenti, portando prima a Letta poi a Patto del Nazareno e dintorni. Molte pagine sono dedicate a Mario Monti, ormai scomparso da tempo dai radar della politica. Altre invece si incentrano su Berlusconi. Personaggio che i due conduttori chiamano semplicemente “LUI”: «LUI è al tappeto. Il Pd ha il 32 per cento. Il Pdl è distante sedici punti. Il Pdl vale la metà del Pd. Ma LUI torna alla carica, ridiscende in campo e la sua colazione non vince per pochissimi voti (0,37 per cento). Il problema italiano no è quanto siano voltagabbana i politici. È quanto siano voltagabbana i cittadini».

Lauro e Sabelli Fioretti (in arte, il Simpatico e l’Anziano) dicono infatti che “la ragione si è presa un anno sabbatico”. Ma sono, temo, ottimisti.

Scrivono anche di come funziona la trasmissione, nella quale molti dei personaggi  pubblici danno il “meglio di sé”. A lezione, in Statale, mostro sempre il video in cui Scilipoti – dopo aver lasciato Di Pietro per salvare Berlusconi – declama le sue verità, parlando di sé in terza persona. Parecchi comunque stanno alla larga da Un giorno da pecora: «Quelli che non vengono da noi, l’Anziano Sabelli Fioretti li odia. Se potesse li picchierebbe. E si vendica tormentandoli. Vittima prediletta è , che non ne vuole sapere si rispondere ai nostri inviti nemmeno quando a consigliarglielo è il suo consulente Luigi Crespi. E così il simpatico Lauro annuncia tutti i giorni la sua presenza per poi smentirla. “Mara Carfagna, con noi!”».

Oltre a Scilipoti (che dopo quella mitica comparsata, non ha più replicato a livelli lontanamente paragonabili), un altro classico ospite di Un giorno da pecora è l’immarcescibile Carlo Giovanardi: «Parlare di omosessuali con Giovanardi è come parlare di frittura in casa dei calamari. Per il resto è un susseguirsi di battute che stenderebbero un elefante. Nemmeno il Simpatico e l’Anziano con la febbre a 40 potrebbero raggiungere simili livelli. “Il futuro è mio. Lo dicono tutti. Largo ai giovanardi.” Oppure: “Grillo? È un grullo. È il Grande Grullo. E i suoi parlamentari sono dei grullini”. Potrebbe andare avanti per giorni Giovanardi con queste battute agghiaccianti che declama con enorme soddisfazione. Quando parte l’umorismo giovanardiano il Simpatico e l’Anziano, invece di deprimersi, si galvanizzano. (…) Quando Giovanardi viene da noi la nostra pagina Facebook va in tilt, sommersa di centinaia di commenti. Sono tutti insulti, rivolti equanimemente a lui  che spara cazzate e a noi che continua mo a invitarlo. Ma noi non smetteremo di farlo».

I due giornalisti spesso pongono domande surreali agli ospiti, ma anche a sé stessi: «Il mondo è bello perché ci si può porre interrogativi epocali di questo genere, come fanno spesso il Simpatico e l’Anziano, senza che si spalanchino i cancelli dell’ospedale psichiatrico. Perché il cavallo si chiama destriero? Perché se vai a sbattere è un sinistro? Perché se sei bravo sei destro e se non bravo sei maldestro? Perché si offre il destro? Il Simpatico e l’Anziano sono degli intellettuali e quindi spesso si scoprono a speculare sui grandi temi della vita. Su destra e sinistra hanno una certezza. Chi dice che destra e sinistra non esistono più, è di destra. Inoltre mescolare destra e sinistra è contronatura. Produce un minestrone indigesto».

Minestrone che saremo costretti a mangiare per anni.

Ad maiora

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Claudio Sabelli Fioretti, Giorgio Lauro

Un giorno da pecora

Chiarelettere

Milano 2013

Pagg. 240

Euro 12,90

Senza soldi (ma con parecchi furbetti)

Si intitola “Senza soldi” ed è il libro che il collega Walter Passerini e l’esperto di risorse umane hanno dedicato a una delle sfaccettature della crisi: la riduzione dello stipendio, almeno per quei fortunati che ancora l’hanno.
Il volume di Chiarelettere analizza la “questione salariale” verificando come praticamente tutte le categorie abbiano in questi anni perso gradatamente le loro possibilità di acquisto (e spesso di vita, per le famiglie monoreddito). Qualcuno ovviamente se la cava: sono quelli che Passerini e Vavassori definiscono “Paperoni e furbetti”, capaci di ottenere tanti soldi anche da aziende in crisi. Anche a prescindere dai risultati.
D’altronde è di questi giorni la resistenza del presidente dell’Inps a lasciare una delle 25 (venticinque) poltrone che occupa.
Il volume si conclude analizzando le sempre più complesse buste paga, figlie di un paese burocratico e chiuso su sé stesso, capace di complicare anche le cose più semplici.
Difficile cavarsela “senza soldi”. Forse l’alternativa, ricordando un altro fortunato libro di Chiarelettere (del buon Perotti) è davvero “scollocarsi”.
Ad maiora
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Walter Passerini e Mario Vavassori
Senza soldi
Chiarelettere
Milano, 2013
Pagg. 248
Euro 13,90

Un doppio livello, nella storia della Repubblica

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“Doppio livello” è un libro di Chiarelettere da leggere dopo quello di Bisignani, giusto per capire – davvero – cosa sia successo in questi anni.
Il volume di Stefania Limiti (lungo 480 pagine, non poche) analizza l’influenza dei servizi segreti “deviati” e dell’intelligence americana nei tanti misteri che stanno dietro la storia della Repubblica da piazza Fontana fino agli attentati mortali a Falcone e Borsellino.
Si analizza il secondo livello occulto (spesso di matrice fascista o anti-comunista) che ha accompagnato le vicende più oscure della Prima Repubblica (con alcuni personaggi che traghettano anche nella seconda). Il tutto per destabilizzare la democrazia, per accusare la sinistra di attentati di destra, per imporre un regime.
Se nel libro/intervista di Bisignani Andreotti sembra un eroe qui appare invece come colui che ha gestito molte delle trame, non solo siciliane.
Nel volume vengono raccontate anche le azioni di gruppi terroristi (o singoli attentatori) misteriosamente nati e scomparsi (lasciando dietro morti e feriti): dalla Falange Armata a Una Bomber.
C’è anche una rilettura della storia del terrorismo rosso e nero, che a volte si rifornivano, per armi, targhe false, esplosivi etc, allo stesso “centro servizi”.
In tutto questo le indagini della magistratura sono state spesso ostacolate da chi in realtà lavorava per i servizi segreti o per gruppi massonici.
Un giorno, quando verrà tolto il segreto di stato su tanti documenti (sempre che non vengano prima distrutti), potremo forse riscrivere la storia dell’Italia repubblicana.
Ad maiora
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Doppio livello, come si organizza la destabilizzazione in Italia
Stefania Limiti
Chiarelettere, Milano 2013
Pagg. 480
Euro: 18,60

Mi manda Bisignani

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Difficile che un libro si apra con la presa di distanza del proprio editore. È invece quel che succede per Chiarelettere ne “L’uomo che sussurra ai potenti”, intervista di Paolo Madron (direttore di Lettera 43) a Luigi Bisignani, giornalista e – diciamo sinteticamente – faccendiere/facilitatore al centro di molte trame italiane (dalla P2 alla P4).
Il libro, come spiega l’editore, è “la versione dei fatti naturalmente di parte” di un uomo che ha conosciuto e conosce tutti i potenti (politici, economici, religiosi e militari) del nostro paese. Il fatto che decida di spiattellarli in un libro di memorie – è sotto inchiesta, ma non è la prima volta – sta forse a significare che è ormai sulla strada del declino. Nel libro si toglie -per citare un citatissimo Cossiga-molti sassolini dalle scarpe.
Bisignani difende a spada tratta Andreotti e attacca a più riprese il Corriere, Pci-Pds-Ds-Pd e Geronzi,
E alla fine l’impressione generale che si ha scorrendo le pagine, leggendo di amicizie, relazioni, incontri segreti, è che la raccomandazione sia sempre – e purtroppo – uno dei capisaldi della nostra repubblica.
Passerà Bisignani. Ma ” mi manda Picone” non passerà di moda.
Ad maiora
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Luigi Bisignani, Paolo Madron
L’uomo che sussurra ai potenti
Chiarelettere
Milano, 2013
Pagg. 324
Euro: 13

L’estate greca di Giuseppe Ciulla

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4000 chilometri per girare tutta la Grecia, cercando di evitare il “buco nero” di Atene. Il collega Giuseppe Ciulla ha appena pubblicato (per Chiarelettere, per chi se no) un reportage di viaggio nel paese più in crisi d’Europa.
Una crisi che Ciullia, nella sua “Estate in Grecia” racconta attraverso le storie di chi vive al confine: quello turco, ma anche il Monte Athos. Tra gli italiani fuggiti qui (e che non vogliono tornare neanche morti a Milano). E tra chi ha lasciato le città per tornare a una vita agreste, seguendo le regole del “philotimo”, lo spirito greco che tiene insieme questo affascinante paese.
Giuseppe, per viverlo fino in fondo ha vissuto “da greco”, usando i mezzi pubblici e le scarpe, come le inchieste di una volta.
Un libro da leggere per i tanti che questa estate (crisi o non crisi) sceglieranno la Grecia per le proprie (brevi) vacanze.
Il volume è stato presentato ieri sera al Circolo del Talenti di Milano, con il console Papadopoulos e i rappresentanti della comunità ellenica.
Ad maiora