Cecenia

Operazione Idigov, quando i radicali sconfissero la Russia di Putin

“Operazione Idigov” si intitola il libro di Marco Perduca, ex senatore radicale ed ex rappresentante del Partito Radicale Transnazionale (Prt) all’Onu. Sembra il titolo di un giallo, popolato di spie. E di cattivi. Ed è proprio così. Ma non è una storia inventata.

Cacciateli!

È invece il racconto (a volte un po’ pedissequo, tramite interminabili scambi di email) del tentativo fatto dalla Russia di Putin, nel 2000, di espellere il Prt dalle Nazioni Unite. Tentativo fallito, grazie all’abilità dei radicali di muoversi nel mondo della diplomazia mondiale. Penso che se Renzi avesse proposto la Bonino (che del libro scrive l’introduzione), anziché la Mogherini, ora avremo già il commissario alla politica estera del vecchio continente.

Sconfitti democraticamente

Il libro infatti mostra, passo per passo, come i radicali (in primis Perduca e Matteo Mecacci, entrambi impegnati in quella difficile fase, al Palazzo di Vetro di New York) siano riusciti a ottenere una maggioranza di voti capace di respingere la richiesta di espulsione avanzata da uno degli stati più forti alle Nazioni Unite, degno erede dell’Urss. Il tutto, come da tradizione radicale, avviando una mobilitazione internazionale. Seppure frenata dal fatto che all’Onu non piace nulla che sappia di politico…


ceceniNon parlate di Cecenia!

Ma perché la Russia voleva espellere i radicali dall’Onu (accontentandosi, in seconda battuta, di una sospensione dello status di 3 anni, opzione poi bocciata a voto palese da 23 stati a 20)? Perché siamo nel 2000 e Putin ha rilanciato alla grande la sua guerra in Cecenia, che lo farà diventare da anonimo ex tenente del Kgb a presidente a vita di tutte le Russie. E così bisogna eliminare chiunque osi ricordare che quella guerra in Cecenia, quella vittoria militare è stata caratterizzata da pesanti violazioni dei diritti umani. E qui si capisce perché il libro sia intitolato “Operazione Idigov”. Perché il Prt aveva fatto parlare alla Commissione per i diritti umani di Ginevra Akhyad Idigov, parlamentare ceceno (presidente della Commissione Esteri) iscritto al Partito radicale. Idigov aveva un difetto: non era un terrorista, ma un parlamentare uscito dalle ultime elezioni libere da quelle parti, quelle che portarono alla presidenza Mashkadov (liquidato dalle forze speciali russe: il corpo – a estremo sfregio – mai restituito alla famiglia).

Idigov, radicale ceceno

Nel suo intervento, Idigov criticò pesantemente la Russia di Putin, facendo innervosire prima la delegazione presente, poi il Cremlino. Che chiese appunto che il Prt non potesse più difendere le minoranze oppresse all’Onu. Tentativo respinto soprattutto grazie ai buoni uffici di americani, francesi e tedeschi. Mentre gli italiani furono troppo timidi, come al solito.

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A settembre presentiamo questo volume

Insieme a radicali e Annaviva presenteremo a Milano questo interessante libro l’11 settembre con Marco Perduca, Marco Cappato, Christian Rocca e il sottoscritto. La presentazione avverrà in uno spazio inconsueto, questo. Occorre prenotare, per 12 euro verrà servito un aperitivo, con altri 10 sarà possibile acquistare il libro.

Ad maiora.

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Marco Perduca

Operazione Idigov

Reality Book

Roma, 2014

Pagg. 270

Euro 18

La fiamma di Kadyrov


L’ex leader delle milizie cecene filo-russe, piazzato da Putin al vertice della Cecenia, fa il tedoforo per le Olimpiadi di Sochi.
Circondato da decine di agenti delle truppe speciali, nella Russia normalizzata e pacificata, corre non proprio in modo agile verso la meta.
La Politkovskaja, prima di essere assassinata, lo aveva definito un “idiota”.
Ieri, nello stadio di Grozny, Ramzan Kadyrov ha urlato: “Viva la Russia, viva Putin, viva le Olimpiadi, Allah è grande”.
A me vien da dire, sottovoce: Anna è viva e lotta insieme a noi.
Ad maiora

Zanzare

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Sto preparando le presentazioni delle tesi magistrali degli studenti che si laureeranno settimana prossima. Due di loro sono incentrate sulla Russia.
Ogni volta che mi avvicino all’Orso mi rendo conto di farlo secondo una prospettiva che passa sempre per la griglia di idee di Anna Politkovskaja. E sento il peso della sua assenza. Di non avere più punti di riferimento per quello che accade ora.
Che avrebbe scritto, ad esempio, Anna delle manifestazioni nazionaliste e anti-immigrati di questi giorni a Mosca? Come avrebbe valutato il sostegno (per me imbarazzante) dato loro da Alexey Navalny, blogger e leader dell’opposizione a Putin?
Domande che rimangono senza risposta.

Ad maiora

Ps. Ho scoperto solo ieri che su un sito di “informazione” russa vengo accusato (tramite i miei libri e insieme ai Radicali e Annaviva) di “distorcere la realtà della situazione negli eventi del Caucaso del Nord”, ossia in Cecenia.
Anna non c’è più. E io valgo un’unghia del suo piede. Ma evidentemente anche le piccole zanzare dell’informazione possono dare noia.

Zapping mondiale: #Prodi e #Bersani, ma anche Amanda Knox e Yara Gambirasio

Come è triste BersaniI giornali online di tutto il mondo affrontano oggi la crisi italiana. C’è chi si sofferma sul suicidio del Pd e le dimissioni di Bersani come El Pais, il Guardian e le tedesche Die Zeit e Faz. Le dimissioni di Bersani campeggiano sull’apertura mattutina del Corriere del Ticino. Accompagnate da una foto (quella qui sopra) in cui l’ex segretario del Pd ha la faccia triste.
L’altro giornale ticinese, Il Corriere del popolo, parla invece di flop di Prodi. La sconfitta del politico bolognese campeggia anche su Le Monde.
Su El Mundo si racconta invece la storia di Yara Gambirasio con la caccia, genetica, all’assassino. Mentre sull’Indipendent ci sono le memorie di Amanda Knox.
Una parentesi sull’attentato di Boston e l’arresto del secondo terrorista di origini cecene. Le Figaro racconta che sono diminuiti gli attentati in Russia. Mentre su Le Monde dittatore locale, Kadyrov, commenta a suo modo l’accaduto e il New York Times parla di Beslan. Radio Free Europe tratteggia infine un loro ritratto.
Chiudo col calcio, Mourinho protagonista su Al Arabiya.

Ad maiora