Boris Nemtsov

Navalny esce dal carcere: “Ora andrò sulla tomba di Nemtsov”

Dopo 15 giorni di reclusione, per l’ennesima manifestazione – non autorizzata – dell’opposizione, Aleksey Navalny ha lasciato il carcere di Mosca.

Barba lunga e aria stanca ha promesso che andrà al cimitero a dare l’ultimo saluto a Boris Nemtsov, assassinato venerdì. Le autorità russe non gli hanno permesso infatti di partecipare ai funerali.

“Non abbiamo paura, ha detto ai giornalisti che lo aspettavano. Questo attentato terroristico non fermerà l’azione dell’opposizione.”

Ad maiora

Oggi ai Giardini Politkovskaja: per Boris, Anna, Sasha, Natasha…

Mosca è una città blindata, sempre sotto controllo. Il fatto che Nemtsov sia stato ucciso a pochi metri dal Cremlino può significare solo due cose: o che il regime si sta sfarinando e non è in grado di provvedere alla sicurezza nemmeno del cuore di una città che è il cuore del paese. O che ad assassinare l’oppositore di Putin sia stato qualche agente dei servizi segreti. Più o meno deviati.

Di omicidi politici in questi anni ce ne sono stati tanti, troppi in Russia. Un numero impressionante di giornalisti (non solo la Politkovskaja). Ma anche di ex spie come Litvinenko, liquidato a Londra col Polonio. O attivisti dei diritti umani come Natalia Estemirova che pure di Anna era amica.

Ecco, oggi parteciperò al presidio di Annaviva e dei Radicali per ricordare Boris Nemtsov pensando all’Estemirova. Rapita e assassinata sicuramente da chi era in grado di passare numerosi posti di blocco in Cecenia con una rapita senza doversi fermare. Servizi segreti insomma. Tutt’altro che deviati.

Per l’assassinio di Natasha Estemirova, al primo anniversario del suo omicidio (avvenuto nel 2009) intervenne anche l’allora presidente Medvedev (il braccio destro di Putin): abbiamo individuato i responsabili, disse in una conferenza stampa che ebbe larga eco in tutto il mondo. Stiamo ancora aspettando che li arrestino.

Come aspetteremo a lungo per sapere non chi ha sparato a Nemtsov (sorta di Matteotti del regime putiniano) ma chi ha ordinato l’omicidio. Chi l’ha avallato. E chi ne proteggerà i responsabili. Verrà un giorno in cui gli archivi verranno aperti. E avremo tante conferme.

Ci vediamo alle 18. Ai Giardini Politkovskaja di Milano.

Ad maiora

 

Ps. La foto che accompagna questo post l’ho scattata a Mosca, nel 2012, alla Marcia dei milioni, corteo contro Putin che finì con cariche della polizia e centinaia di arresti. Non pensavo francamente che sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto Nemtsov, che quella marcia contribuì a organizzare. Ricordo però il clima di tensione che accompagnò il corteo. E il clima di terrore quando finì, con la gente (me compreso) che sfondava i cordoni di celerini (ma gli Omon sono due volte più grandi e tre volte più cattivi) per fuggire dall’imbuto creatosi in Bolotnaja. Da allora non sono più tornato a Mosca. Ma la prossima volta so dove farò tappa: al cimitero che ospita Anna e Boris, a portare loro due fiori. Perché non li dimenticherò. Non li dimenticheremo.

#OccupyKremlin Il triumvirato che guida le opposizioni

Come la Lega del dopo Bossi (ma siamo al dopo Bossi?) anche l’opposizione russa al putinismo è guidata da un triumvirato.
I tre leader ieri sono stati arrestati al termine di una manifestazione molto partecipata che si è conclusa con scontri con la polizia che ha, putinianamente, impedito a chiunque di avvicinarsi al Cremlino. Qui oggi Putin verrà per la terza volta nominato zar, pardon presidente della Federazione russa. Nella verticale del potere da lui stesso creata (con la regia del KGB, pardon Fsb) è l’unico politico, di questo enorme paese, eletto direttamente dal popolo. I deputati sono infatti scelti dai partiti, i senatori dai governatori, questi a loro volta (come i sindaci di Mosca e San Pietroburgo) nominati dal presidente (Putin o il suo assistente Medvedev).
Ma chi sono i tre leader dell’opposizione?
Ieri li ho osservati mentre organizzavano la testa del corteo (misteriosamente arrivata in Bolotnaya al termine della manifestazione).
Serghei Udaltsov, classe 1977,sembra quello più capace di dirigere la piazza. È stato lui ieri a coordinare le mosse del corteo, o quanto meno a dare gli ordini di partenza e a volere la creazione di un servizio d’ordine. È circondato dai fedelissimi del Fronte di sinistra, movimento socialista, lontano anni luce però dal PCUS e dai suoi eredi.
Boris Nemtsov, classe 1959, è dei tre il personaggio che ricorda di più i politici occidentali, anche per essere stato un attivo liberalizzatore durante gli anni eltsiniani.
Ieri, una volta arrivato al corteo , si è messo diligentemente dietro gli striscioni e le bandiere del suo movimento. Solidarnost, tra le forze politiche russe d’opposizione, mi sembra quella che più si richiama alla rivoluzione arancione. Essere finito in manette ne consolida comunque l’autorità, anche oltre il suo partito.
Infine Alexey Navalny, il blogger, classe 1976 (stesso mio giorno di nascita). Lui sembra quello più amato trasversalmente dall’opposizione. Non è un liberale, ma un nazionalista. E soprattutto è uno che ha sempre la posizione che non ti aspetti. Da ultimo, la sua campagna per chiedere al suo mito Schwarzenegger di non andare alla festa di Putin, ha creato un’onda tellurica su Twitter.
Tre leader diversi tra loro che rappresentano vari spicchi di opposizione a Putin.
Ma forse questo è uno dei problemi.
Il movimento è unito contro.
A differenza di Ucraina e Iran, gli slogan sono per cacciare il despota, non per indicare chi debba sostituirlo.
Alla fine, tutto ciò potrebbe risultare utile per non far sostituire un regime da un altro.
I tempi però, sicuramente, si allungheranno.
Ad maiora.

Di questi temi parleremo, insieme a Denis Bilunov, dirigente di Solidarnost, giovedì 10 maggio alle 21 alla Libreria popolare di via Tadino 18 a Milano.
Organizza Annaviva.
Vi aspettiamo!

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Finita (bene) la missione di Annaviva a Mosca. A marzo si torna per le presidenziali

Si è conclusa positivamente la missione di “turismo responsabile” di Annaviva a Mosca. È stata la seconda per noi.

Tre anni fa andammo nella capitale russa per quello che avrebbe dovuto essere il 50esimo compleanno di Anna Politkovskaja se non fosse stata assassinata (da sconosciuti, soprattutto a livello di mandanti) il 7 ottobre 2006. Ci recammo sulla tomba di Anna e incontrammo la sua famiglia, oltre al direttore del giornale per cui lavorava – Novaja Gazeta – Muratov.

Oggi (come allora) siamo stati in visita nella redazione della Novaja. Il nostro meeting sempre con il vice direttore Yaroshevskij l’altra volta fu nella mensa redazionale. Questa invece intorno al tavolo dove si svolge la riunione di redazione, sotto gli sguardi dei caduti, le foto di Anna e gli altri cinque reporter della Novaja uccisi per il loro mestiere.

Anna dall’alto ci ha un po’ guidato nella sua Mosca. L’impressione è stata evidente a tutta la delegazione (eravamo in nove, partiti da Milano e Roma) domenica, usciti dagli uffici del Centro stampa indipendente. Quando, dopo un centinaio di metri, siamo arrivati, senza saperlo, sul luogo dell’assassino di Stanislav Markelov (avvocato di Anna e della famiglia Kungaeva) e Anastasia Baburova (stagista alla Novaja) ci siamo stupiti ed emozionati.

In fondo, eravamo lì anche per loro (avendoli commemorati in una manifestazione pubblica – con i radicali – nel centro di Milano, a pochi giorni dall’assassinio, a opera di una coppia di neonazisti).

In giro sembravamo un gruppo di turisti che poi in realtà, ogni tanto, entrava in un palazzo per incontri veramente importanti e toccanti: come quello con Boris Nemtsov, noto oppositore del regime. Oltre alla Novaja, anche la visita alla redazione dell’Eco di Mosca è stata davvero formativa. E davvero interessante la conferenza stampa dell’ong Golos (osservatori elettorali). Curiosamente, oltre all’amica Marta Allevato dell’Agi, in quegli uffici del Centro della stampa indipendente, dove venivano denunciati brogli e attacchi cibernetici ai siti di informazione, eravamo gli unici (anche giornalisti) italiani presenti.

Personalmente, il momento che ho trovato più toccante è stato nel cinema del centro moscovita dove per la prima volta veniva proiettato un film dedicato alla vita di Anna Politkovskaja. Quel lungo applauso che ha accompagnato la fine della proiezione (alla vigilia del voto che al momento ha ridimensionato la predisposizione imperiale di Putin) è stato davvero, nel suo piccolo, un momento storico:

http://www.youtube.com/watch?v=QHYPVsyQSYg

Per noi di Annaviva – nati per onorare la memoria di Anna Politkovskaja e portare avanti le sue battaglie civili – essere in quel luogo quella sera ha significato che il percorso fatto in questi anni è stato giusto e che è quella la strada da battere. Senza sosta.

Per questo stiamo lavorando perché a Milano ci sia una vita dedicata ad Anna.

Per questo a marzo, per le presidenziali, tornereremo tutti assieme a Mosca.

Ad maiora.

L’arresto di Nemtsov non ferma la Strategia 31

La polizia russa ha arrestato questo pomeriggio Boris Nemtsov, esponente di spicco dell’opposizione, durante una manifestazione di protesta a Mosca. Le forze di sicurezza hanno fermato anche altre persone  che chiedevano un ‘Parlamento libero e aperto anche alle opposizioni’ e distribuendo volantini critici nei confronti di Putin. Decine di manifestanti hanno poi urlato lo slogan:’La Russia senza Putin’.

Ieri d’altronde il primo ministro era stato chiaro: manganellate a chi manifesta oggi in nome della libertà di riunione.

Ma chi è Boris Nemstov, diventato uno dei più critici oppositori del governo Putin? Nato a Soci nel 1959 da una famiglia ebraica venne battezzato dalla nonna, diventando ortodosso. Laureatosi in Fisica, guidò nel 1986 le manifestazioni di protesta contro il nucleare dopo la tragedia di Chernobyl. Attivo politicamente nella fine dell’Unione sovietica si schierò con Eltsin durante il fallito golpe, ottenendo in cambio la nomina a vice primo ministro tra il 1997 e il 1998. Liberale, nel 1999 è tra i fondatori dell’Unione delle forze di destra, partito politico che non otterrà mai grandi successi elettorali, forse anche per i brogli. Di quel movimento divenne anche il leader e partecipò alle trattative per la liberazione degli spettatori del Nord-Ost  (insieme ad Anna Politkovskaja), poi risolto brutalmente dalle forze di sicurezza russe.

Nel 2004 Nemtsov si scava la fossa da solo con un appello alla maggioranza della Duma per evitare i rischi di una dittatura putiniana. Sostiene pure Yushenko nella sua rivoluzione arancione in Ucraina, divenendone consigliere economico. Scompare dalle scene televisive e politiche. Per ricomparire solo quando lo prelevano gli Omon.

L’arresto di oggi non è infatti il primo. Era già finito in cella nel 2007 sempre per quella che da noi si chiama “adunata sediziosa” (la stessa contestata agli ultrà di Alzano Lombardo).

È tra i primi firmatari dell’appello “Putin via di qui”.

Stasera in solidarietà con i democratici che a Mosca e San Pietroburgo ogni 31 del mese manifestano per il diritto alla libertà di riunione e di parola, Annaviva fa un presidio a Milano. Manifestazioni davanti alle ambasciate russe sono in corso in tutto il mondo.

Questo il blog russo che spiega la “strategia 31”:

http://strategy-31.ru/

Le persone arrestate oggi a Mosca sono 70 (settanta). Un nuovo record per la Russia di Putin.