Ogni volta che un capo di stato europeo stringe la mano a Putin è come se mi sputassero in faccia. Anna Politkovskaja
Ad maiora
Anna Politkovskaja
La fiamma di Kadyrov
L’ex leader delle milizie cecene filo-russe, piazzato da Putin al vertice della Cecenia, fa il tedoforo per le Olimpiadi di Sochi.
Circondato da decine di agenti delle truppe speciali, nella Russia normalizzata e pacificata, corre non proprio in modo agile verso la meta.
La Politkovskaja, prima di essere assassinata, lo aveva definito un “idiota”.
Ieri, nello stadio di Grozny, Ramzan Kadyrov ha urlato: “Viva la Russia, viva Putin, viva le Olimpiadi, Allah è grande”.
A me vien da dire, sottovoce: Anna è viva e lotta insieme a noi.
Ad maiora
5 anni fa l’assassinio di #Markelov e #Baburova
L’avvocato di Anna Politkovskaja (e della famiglia di Elsa Kungaeva) e la stagista della Novaja Gazeta furono ammazzati in strada. Per l’omicidio è stata condannata una giovane coppia di neonazisti che a colpi di pistola ha spento le voci di due antifascisti (anche anti-putiniani, va ricordato).
I due stavano tornando da una conferenza stampa nella, quale il legale annunciava il ricorso contro la scarcerazione anticipata del colonnello Budanov, quello che aveva “arrestato” e strangolato (e forse violentato) una giovane cecena, fermata senza motivo e assassinata in una caserma russa, durante la seconda guerra cecena.
Ricordo quando ho scattato la foto che apre questo post. Con Annaviva, dopo le ultime elezioni politiche, stavamo tornando dal Centro della stampa indipendente. Lo stesso da cui erano usciti Stanislav e Anastasia, per la loro ultima passeggiata.
Noi stavamo andando verso la metropolitana, verso la Cattedrale del Cristo Salvatore, quella dove qualche settimana prima si era svolto il concerto anti-putiniano delle Pussy Riot.
Scoprimmo le foto per caso. Nascoste in un portone. Con qualche fiore di amici e parenti. Ci fermammo a lungo.
Il giorno dopo andammo nel luogo dove era stato a sua volta ucciso il colonnello Budanov, l’assassino scarcerato in anticipo. Per commemorarlo in quel luogo, a Mosca c’è una lapide. Quella che invece manca per Markelov e la Baburova.
Ora dopo un tira e molla durato un lustro, hanno autorizzato una lapide per Anna Politkovskaja.
Oggi a Mosca qualche centinaio di persone ha ricordato Markelov e Baburova.
L’associazione Annaviva ha invece lanciato una mobilitazione on line, utilizzando l’hashtag #Markelov e #Baburova .
Non li abbiamo dimenticati, non li dimenticheremo.
Ad maiora.
Gli ultimi anni dell’Urss nella stampa sovietica (1990-1991) (tesi)
La tesi di Fiorenzo Ebbene, in discussione in questi giorni alla Statale di Milano, si occupa di un momento centrale nelle recente storia umana: la scomparsa dell’Unione sovietica (e del PCUS che l’ha guidata nei suoi 70 anni di vita).
Essendo una tesi (magistrale) in comunicazione, il punto d’osservazione è mediatico ed è davvero particolare: gli avvenimenti di quei clamorosi anni visti attraverso le lettere dei lettori ad alcuni quotidiani. Gli anni gorbacioviani (malgrado il persistente odio della stragrande maggioranza dei russi per l’inventore di glasnost e perestrojka) sono considerati – dalla compianta e tanto rimpianta Anna Politkovskaja – gli unici anni di stampa libera da quelle parti.
E le lettere, molte delle quali critiche, altre preoccupate, tante indignate, sono lì a dimostrarlo.
Ad maiora
Zanzare
Sto preparando le presentazioni delle tesi magistrali degli studenti che si laureeranno settimana prossima. Due di loro sono incentrate sulla Russia.
Ogni volta che mi avvicino all’Orso mi rendo conto di farlo secondo una prospettiva che passa sempre per la griglia di idee di Anna Politkovskaja. E sento il peso della sua assenza. Di non avere più punti di riferimento per quello che accade ora.
Che avrebbe scritto, ad esempio, Anna delle manifestazioni nazionaliste e anti-immigrati di questi giorni a Mosca? Come avrebbe valutato il sostegno (per me imbarazzante) dato loro da Alexey Navalny, blogger e leader dell’opposizione a Putin?
Domande che rimangono senza risposta.
Ad maiora
Ps. Ho scoperto solo ieri che su un sito di “informazione” russa vengo accusato (tramite i miei libri e insieme ai Radicali e Annaviva) di “distorcere la realtà della situazione negli eventi del Caucaso del Nord”, ossia in Cecenia.
Anna non c’è più. E io valgo un’unghia del suo piede. Ma evidentemente anche le piccole zanzare dell’informazione possono dare noia.