Month: ottobre 2014

Il posto fisso e Christian Reif

Sentendo ieri sera in tv il Presidente del consiglio del mio paese (non lo chiamerò premier, finché non diventerò suddito della Corona) urlare che “il posto fisso non c’è più”, mi è tornata alla mente una breve notizia che ho letto sabato sulla Gazzetta. Annunciava che Christian Reif, campione europeo di salto in lungo a Barcellona, nel 2010, si è ritirato dalle attività sportive.

Così l’atleta tedesco, classe 1984, motiva – ovviamente via Facebook – la sua scelta: “E’ venuto il tempo di pensare al futuro dopo aver ricevuto un’interessante offerta di lavoro a tempo pieno”.

Ma guarda un po’: un tedesco che si ritira dalle attività sportive per il mitico “posto fisso”! Manco fosse uno che ha partecipato a un concorso pubblico in Italia…

Ma forse, la notizia pubblicata a pagina 39 della Gazzetta non è nemmeno arrivata alla Leopolda.

Ad maiora

Catena umana di studenti ucraini forma il tridente (simbolo nazionale)

Una marea di ragazzi ha creato un gigantesco Tryzub (logo della nazione dal 1996, dopo esserlo stato dal 1917 al 1920) per chiedere l’unità nazionale.

La manifestazione è stata organizzata via social network.

Ad maiora

Drone con bandiera della Grande Albania nello stadio serbo. Partita sospesa. La reazione in Kosovo


Così a Pristina hanno accolto le immagini del drone con bandiera pan-albanese atterrato allo stadio di Belgrado durante Serbia-Albania.
La partita è stata sospesa per incidenti prima della fine del primo tempo.
Ad maiora

Il tempo di Saramago

Il tempo fluiva con lentezza. Il ticchettio dell’orologio spingeva via il silenzio, insisteva nell’allontanarlo, ma il silenzio gli si opponeva con la sua massa spessa e pesante, in cui annegavano tutti i suoni. Senza cedere, lottavano l’uno contro l’altro, il suono contro l’ostinazione della disperazione e la certezza della morte, il silenzio contro il disprezzo dell’eternità.

José Saramago, Lucernario, Feltrinelli

L'albero per Anna Politkovskaja

Anna Politkovskaja, la forza della scrittura: lo speciale di Radio24

ANNAVIVA.org

Stava rientrando a casa, in via Lesnaja, dopo aver fatto la spesa. Ha aperto il portone, ha chiamato l’ascensore ed è salita al settimo piano. Ha lasciato due buste e ha ripreso l’ascensore per andare alla macchina e prendere ciò che era rimasto nel bagagliaio. Ma ad attenderla al piano terra ha trovato il suo sicario: le ha sparato 4 colpi di pistola. Poi si è avvicinato al suo corpo già steso a terra e ha esploso il quinto colpo. Alla nuca. Anna Politkovskaja è stata uccisa così a Mosca, in un sabato pomeriggio, poco dopo le 17 del 7 ottobre 2006.

Uno speciale di Giovanni Minoli su Mix 24, trasmissione radiofonica di Radio24, ricorda la giornalista che ha raccontato la Cecenia, il dramma della guerra, la tragedia di uomini e donne vittime di violenze impunite.

“Avevano paura di lei lei. Avevano paura di ciò che poteva raccontare la gente…

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