Month: Maggio 2014

Il dolore e la televisione, spettatori delle sofferenze altrui

Si parte sempre da quanto accaduto a Vermicino per capire la tv del dolore di oggi: quelle 18 ore di diretta televisiva hanno segnato indelebilmente la storia visuale del nostro paese. La tesi di Erica Luraschi in discussione alla Statale di Milano affronta il tema del perché a molti piaccia essere spettatori delle sofferenze altrui. Ognuno con finalità e intensità diverse. Ma comunque è qualcosa che si perde nella notte dei tempi.
Per questo la Luraschi parte dalla tragedia greca per spiegare come sia cambiato il racconto del dolore. Se ieri non veniva messo in scena quello fisico oggi sembra essere ineludibile, al centro di ogni racconto televisivo. Spesso e volentieri (per ragioni di marketing o anche semplice ignoranza) anche morboso.
Le immagini del dolore, oggigiorno non lasciano più spazio all’immaginazione. Mostrano tutto quel che va mostrato. In modo superficiale. A lezione nostro sempre come sia stato trattato mediaticamente il caso , con quella zoomata sul calciatore morente. Mandata in onda non solo in diretta ma anche in differita. In una sorta di agghiacciante loop.
La catarsi che cerca di realizza e consuma quelle immagini è segno della decadenza della nostra società.
Ad maiora

Tv-trash italiana: confronto tra programmi Rai e Mediaset

Una delle accuse che più spesso viene mossa alla tv statale è di essersi adattata a quella commerciale. Lo ha fatto anche per reggere la concorrenza ma è indubbio che non sempre, come richiesto dal presidente Tarantola, è difficile percepire la differenza tra canali pubblici e privati, soprattutto tra quelli generalisti.

La tesi di Norella Licursi va ad affrontare i programmi simili che si possono vedere sui principali canali e li mette a confronto. La studentessa che si è laureata in questi giorni all’Università degli studi di Milano ha analizzato “Ti lascio una canzone” e “Io canto”, “Il Grande fratello” e “L’isola dei famosi, “Forum” e “Verdetto finale”.

Racconto brevemente solo i risultati dell’analisi di quest’ultimo confronto.

Forum costruisce, (anche falsamente come si è visto in questi anni, ad esempio con la vicenda aquilana) veri e propri casi con attori, senza dichiararlo. Verdetto finale mostra un falso buonismo, sempre con attori, ma dichiarati. Alla fine, malgrado il trash, la Licursi valuta che la trasmissione di Mediaset contribuisce di più alla “formazione giuridica del telespettatore”.

Ad maiora

Infotainment e spettacolarizzazione del dolore: analisi dei casi Scazzi, Rea e Gambirasio

La tv del dolore in Italia ha origine con la diretta della tragedia di Vermicino. Da questo punto (analizzato qualche tempo fa da un bel libro di Veltroni) è partita Silvia Santambrogio per analizzare (nella sua tesi di Comunicazione dell’Università degli studi di Milano) quello che è stato definito il passaggio dalla paleo alla neotelevisione.

Vermicino ha messo sotto gli occhi i tutti la forza che la televisione ha nei confronti dell’opinione pubblica (e della politica). Se ne era intuita la forza ai tempi del monopolio statale, è deflagrato con l’arrivo della tv commerciale.

L’essere umano da sempre, dai tempi delle tragedie greche, è interessato al dolore altrui. La tv ha incentivato tale curiosità con la forza delle immagini. Immagini che lasciano sempre meno spazio all’immaginazione. Come avvenuto nelle tre tragedie (private) che sono state raccontate con dettagli morbosi in tanti programmi tv e che sono al centro di questo interessante lavoro.

Ad maiora