Day: 26 gennaio 2013

“Destinatario sconosciuto” al Teatro Delfino di Milano. Da vedere

Destinatario sconosciutoIn occasione della Giorno della memoria, il Teatro Delfino di Milano, recentemente riaperto dopo trent’anni di inattività, dedica al tema della Shoah lo spettacolo “Destinatario sconosciuto”, tratto dal celebre romanzo epistolare di Katherine Kressmann Taylor, con la regia di Gabriele Calindri.
La versione teatrale di “destinatario sconosciuto” è del 2003 e da allora è stata rappresentata ogni anno in particolare nel periodo del Giorno della memoria. E’ uno spettacolo originale che nell’arco di un’ora e un quarto propone integralmente il racconto epistolare e sfrutta appieno il meccanismo narrativo su cui si basa il best-seller della Kressmann Taylor. I due protagonisti vivono contemporaneamente, in due continenti diversi, il dramma che li unisce e li separa: uno in Germania dove diverrà nazista, l’altro – ebreo – negli Stati Uniti. La loro amicizia, un tempo salda, verrà sacrificata sull’altare dell’ideologia razzista. Ma alla fine perderanno tutti.
Lo spettacolo è in scena ancora stasera, alle 21, in via Dalmazia 11, a Milano.
Andateci, se potete.
Ad maiora

#finestrebalcaniche per tenere viva l’attenzione sull’ex Jugoslavia

Finestre balcanicheOggi al Centro culturale San Fedele di Milano è andato in scena l’interessante confronto organizzato da Ipsia Milano in collaborazione con le Acli di Milano: http://www.ipsia-acli.it/ipsia/it/appuntamenti/item/1255-finestre-balcaniche-convegno-il-26-gennaio-a-milano
Refik Hodzic, attivista per a giustizia, giornalista e film maker, attualmente responsabile della comunicazione per l’International Center for Transitional Justice di New York ha insistito sulla necessità per l’ex Jugoslavia di un percorso condiviso. Che passi, in Bosnia innanzitutto, dal fatto che i bambini frequentino le stesse scuole a prescindere dalla loro “nazionalità”.
Tim Judah, giornalista di The Economist e ideatore del concetto di Jugosfera ha spiegato come i Balcani siano già una realtà economica unitaria e che debbano mantenere tale peculiarità.
Infine il maestro Safet Zet, pittore e artista bosniaco ha espresso la propria nostalgia per la Jugoslavia, augurandosi un futuro di pace per questa turbolenta (ma interessante e unica area).
Ipsia continua a lavorare, a vent’anni dala fine della guerra, per portare un sorriso ai balcanici (e non solo): http://terreliberta.wordpress.com/
Ad maiora