La #tv e l’affondamento della #Costa #Concordia al centro di una tesi #unimi

Le aziende e i mass media nei momenti di crisi. Di questo si occupa la tesi di laurea magistrale di Marta Frosi che oggi viene discussa alla Statale di Milano (correlatrice la prof. Ilaria Cutica).
Un lavoro che ha analizzato la vicenda dai due punti di vista confliggenti: quello dell’azienda che cerca di sopravvivere a eventi eccezionali e imprevisti. E quello dei media, delle televisioni in particolare, che su quei momenti fanno invece ascolti, che hanno l’occasione per approfondire, o meglio spettacolarizzare gli eventi Spettacolarizzare è il verbo che meglio di ogni altro racconta il livello in cui dibatte la comunicazione televisiva italiana, impegnata a drammatizzare le notizie meteo – dimenticando i cambiamenti climatici – e a trasformare in “notizie” la maternità di Kate e Belen. Dimenticando (scientemente) fatti ben più rilevanti.
Marta Frosi nella sua tesi ha spiegato come un’azienda dovrebbe prepararsi di fronte alle emergenze creando uno staff che sappia che mosse fare nel momento del bisogno. Quando succedono eventi eccezionali infatti i giornalisti non hanno il tempo (né la voglia) di seguire i ritmi e le gerarchie aziendali. Quando la “muta” di cronisti si muove, è pronta a sbranare chiunque pur di portare a casa notizie e scoop o simil tali.
La Frosi nel suo lavoro analizza come l’ufficio stampa dovrebbe muoversi in quel contesto, utilizzando anche i nuovi sistemi comunicativi legati alla Rete che permettono anche di rivolgersi direttamente agli utenti.
Per poter valutare al meglio tale teoria, la tesi affronta il caso dell’affondamento della Costa Concordia, al largo del Giglio.
Una vicenda conosciuta in tutto il mondo (a bordo infatti erano ospitati passeggeri e personale proveniente da ogni dove) che ha causato, lo scorso 13 gennaio, 30 morti e due (tuttora) dispersi.
La tesi non affronta gli aspetti legali o tecnici. Ma semplicemente la reazione delle televisioni rispetto al semi-affondamento della nave da crociera e il comportamento dell’azienda, la Costa Crociere, che era ed è la principale compagnia europea del settore.
Sul fronte del media si avrà un picco di interesse iniziale seguito poi, inevitabilmente da un brusco calo di interesse. È interessante l’analisi su come l’informazione televisiva abbia influenzato l’opinione pubblica. Trovando, de facto, un unico capro espiatorio, il comandante Schettino (perfetto per questo ruolo, peraltro) lasciando in secondo piano la Costa. Che pur senza grandi sforzi (e con qualche errore, come interviste negate o le mancate informazioni sul sito) ha mantenuta intatta la propria immagine. Il bene più importante in questa era di Videocrazia.
Ad maiora

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