In tv e sui giornali vedremo soprattutto le lacrime di Alex Schwazer, l’altleta altoatesino che assumeva epo.
La lunga conferenza stampa (in un albergo di Bolzano) al di là dei dettagli su dove ha comprato il doping (è così facile in Turchia? Ci sono appena stato e ho qualche dubbio), dove se lo è iniettato, ha raccontato soprattutto il suo disagio verso lo sport, l’attività sportiva: “Volevo solo stare di più con la mia fidanzata. con la mia famiglia” ha in sostanza detto.
Mi allenavo troppo, mi veniva la nausea, ha aggiunto. Succede a tutti gli atleti. Non tutti si dopano però.
E quando gli han chiesto su quale lezione la sua storia darà ai tanti ragazzi ha invitato a non seguire le sue orme. Forse oltre a quelle sul doping, intendeva quelle sull’allenamento massacrante cui tutti gli sportivi debbono per forza sottoporsi.
Ha anche difeso anche Michele Ferrari, medico e preparatore al centro di molte polemiche, inibito negli Usa per violazione del regolamento antidoping.
La domanda sulla quale Schwazer non è riuscito davvero a rispondere è sul perché non si sia ritirato prima di drogarsi per vincere.
Comunque una pessima lezione per chiunque faccia sport.
Ad maiora.
“Una pessima lezione per chiunque faccia sport” o forse il momento di far partire qualche riflessione in più sul “sistema sport”, che forse non è così “sano” come sempre si dice, invece è un ottimo specchio della vita reale, che è vita di mediocri “benigni” reali, molti reali mediocri maligni, pochi eccezionali fuoriclasse/vincenti.
se ti può interessare, ti linko il mio pensiero: http://wp.me/p2yDXt-q
gradirei molto un tuo commento, se hai tempo
Letto. Capisco l’elogio della mediocrità.
Quello che non mi è piaciuto del comizio dell’altoatesino è stato il lamentarsi per la fatica. Chiunque fatica se vuole emergere. Senza raccomandazioni, come sottolinei tu.
E poi piagnucolare perché non vedeva abbastanza la fidanzata e i genitori.
Vada a raccontarlo a chi deve emigrare per cercare lavoro. Quelli non vivono in albergo. E quando hanno successo non fanno spot tv.
Ad maiora