Day: 5 marzo 2012

Annnaviva, flash mob a Mosca. Аннавива, Флэшмоб в Москве

Un flash mob a Mosca.
Dopo quelli a Milano e Roma, per la prima volta, l’associazione italiana Annaviva (nata per ricordare la figura di Anna Politkovskaja) ha organizzato un simbolico blitz nella capitale russa.
Siamo infatti andati a portare le foto di Elsa Kungaeva e Anna Politkovskaja sulla lapide che, inopinatamente, è stata posta poche settimane fa nei giardini di Komsomolskij Prospekt, nel centro di Mosca.
Il monumento ricorda la figura di Yuri Budanov, già colonnello dell’esercito russo condannato per aver ucciso (e ragionevolmente stuprato) una giovane cecena, Elsa Kungaeva. Aveva solo 18 anni ed era stata -illegalmente – fermata con l’accusa di terrorismo. In caserma, era stata strangolata da Budanov e fatta seppellire nei dintorni. Una volta ritrovata, sul suo corpo saranno rinvenuti segni di violenza sessuale.
Per questo orrendo crimine, Budanov, malgrado forti pressioni dell’opinione pubblica russa (ben contrastate da Anna Politkovskaja e dall’avvocato della famiglia Kungaev, Stanislav Markelov) è stato condannato a nove anni di carcere.
Liberato per buona condotta un anno prima (nel gennaio 2009), Budanov è stato assassinato la scorsa estate a Mosca (da sconosciuti, probabilmente ceceni).
Durante la sua detenzione è stata uccisa (da sconosciuti) Anna Politkovskaja. Dopo la sua scarcerazione hanno ammazzato anche l’avvocato Stanislav Markelov (insieme alla giornalista Anastasia Baburova, da due neonazisti.)
A questa terribile storia della Russia di Putin, Annaviva (insieme a LattOria) ha dedicato uno spettacolo teatrale – Elsa K – in scena a Milano.
Con questa manifestazione a Mosca, Annaviva segnala il proprio sconcerto: è possibile che a Mosca non ci sia nemmeno una lapide per Anna Politkovskaja e sia invece ricordato un assassino (espulso dall’esercito per il crimine contro l’umanità)?
L’associazione è da poco riuscita a far dedicare una strada di Milano ad Anna Politkovskaja. Ci auguriamo che la nuova “onda democratica russa” voglia ricordare – una volta finito il putinismo – la figura della grande giornalista russa, dedicandole una via o una piazza nella capitale, dove è stata assassinata 6 anni fa.
Ad maiora.

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После Милана и Рима впервые итальянская ассоциация Аннавива, созданная в память о российской журналистке Анне Политковской, организовала символическую акцию и в российской столице.
Мы съездили положить фотографии Эльзы Кунгаевой и Анны Политковской к мемориальному камню, который неожиданно появился несколько недель назад в одном из дворов Комсомольского проспекта города Москвы.

Памятник поставлен Юрию Буданову, экс полковнику российской армии, осужденному за убийство и основательное изнасилование молодой чеченской девушки Эльзы Кунгаевой. Ей было всего лишь 18 лет и она была незаконно задержана с обвинением в терроризме. В казарме она была задушена Будановым и похоронена неподалеку. Когда ее тело было найдено, на нем обнаружили признаки сексуального насилия.

За это ужасное преступление Буданов, несмотря на сильное общественное давление (которому неплохо противостояли Анна Политковская и адвокат семьи Кунгаевых Станислав Маркелов) был приговорен к девяти годам лишения свободы.

Освобожден за хорошее поведение годом ранее (в январе 2009 года), Буданов был убит летом прошлого года в Москве (неизвестными, возможно, чеченцами).
Во время его содержания под стражей была убита неизвестными Анна Политковская. После его освобождения был убит и адвокат Станислав Маркелов вмете с журналисткой Анастасией Бабуровой (двумя неонацистами).
Аннавива посвятила этой страшной истории путинской России (в сотрудничестве с LattOria) театральную пьесу «Эльза K», поставленную в Милане.

Своей акцией в Москве Аннавива выражает свое беспокойство: неужели возможно, что в Москве не имеется ни одного мемориального камня Анне Политковской и вместо этого помнят убийцу, исключенного из армии за преступление против человечности?

Нашей ассоциации совсем недавно удалось посвятить Анне Политковской одну из улиц в Милане. Мы надеемся, что новая «русская демократическая волна» будет помнить, по окончании путинизма, фигуру великой русской журналистки, посвятив ей улицу или площадь в столице, где она была убита 6 лет назад.
Ad maiora.

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#occupyKremlin Putin ha vinto. Resterà in sella?

La (scontata) vittoria di VV Putin alle presidenziali russe sarà seguita dai commenti dei soliti tromboni nazionali.
La Russia vuole l’uomo forte. Non ci sono alternative. I mercati e la (real politik) premiano la stabilità. Queste le parole d’ordine.
Vere ma vecchie.
Vanno considerati infatti tre aspetti.
Primo: la campagna elettorale è stata drogata da regole che farebbero impallidire l’inventore del Porcellum: 2 milioni le firme da raccogliere per presentarsi (se non hai seggi in parlamento, dove lo sbarramento è del 7% e dove sono praticamente vietati i cartelli elettorali). E un filtro di ingresso. Si candida solo chi non dispiace a Putin (e se gli fai paura ti manda in carcere. Forse a vita: come Khodorkovsky). E poi telecamere o no, il controllo politico e sociale su larga parte dell’elettorato è pressante.
Secondo: in Russia la libertà di stampa è un eufemismo. Putin non ha potuto fare campagna elettorale nelle piazze per timore dei fischi. Ma ha imperversato in tv. Il tg del Primo Canale fa sembrare il Tg4 il megafono del Pd. È noto a tutto che, in videocrazia, se non appari in tv non esisti. E non dimentichiamo che i giornalisti che si oppongono (alla guerra in Cecenia come alla devastazione della foresta di Khimki) vengono uccisi o mandati in ospedale.
Terzo: la rete ha portato decine di migliaia di persone in piazza a Mosca. Ma la “rivolta” è partita a metà dicembre. Solo due mesi fa. E solo nella capitale. Sentirete ora dire che Mosca non rappresenta il paese. Vero. Ma non pensiate che il resto siano campagne. Ci sono tante città enormi che ospitano il 70% dei russi. Più ci allontana dalla capitale più il controllo mediatico su eventuali brogli scema (in Cecenia Putin e Russia Unita misteriosamente hanno quasi sempre il 99%).
Mosca comunque non rappresenterà tutta la Russia ma governare con la capitale che ti volta le spalle non sarà facile per Putin.
Tutti i giornalisti e gli oppositori che la delegazione di Annaviva (21 persone, tra loro molti freelance) ha incontrato a Mosca ci hanno ripetuto: il mondo non finisce il 4 marzo. La rivolta comincerà dal 5. Da stasera. Con le manifestazioni a Mosca e San Pietroburgo. Le prime dopo il voto. Non le ultime.
Dopo il Cairo e Roma, anche Mosca sembra essersi stufata dell’uomo dei miracoli.
Non so se il presidente che piange (in diretta tv, ufficialmente per il vento) riuscirà a restare in sella per tutto il mandato.
Molto dipenderà da come gestirà la protesta. I 36 agenti schierati in ogni angolo della capitale non fanno ben sperare.
Ad maiora

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