You can’t connect the dots looking forward.
You can only connect them looking backwards.
So you’ve to trust that the dots will somehow connect in your future.
You’ve to trust in something – your gut, destiny, life, karma, whatever.
This approach ha never let me down, and it has made all the difference in my life.
Come lettura domenicale consiglio il librino che il Corriere della sera ha realizzato per la morte di Steve Jobs (e che è in vendita nelle edicole). Si intitola “Stay Hungry, Stay Foolish”, titolo ovviamente tratto dal finale dell’incredibile discorso tenuto dal fondatore della Apple a Stanford sei anni fa, discorso che viene pubblicato con la traduzione a fronte e soprattutto analizzato a fondo grazie alle spiegazioni di Andrea Fontana, docente di Storytelling a Pavia, intervistato da Alessio Ribaudo. Un discorso che è rimbalzato milioni di volte in rete in queste settimane, ma che non può stancare:
Nel libro si analizza la «vita di un genio che ha cambiato le nostre vite», un guru capace di «commercializzare benessere spirituale high tech». Capace di fare il suo ultimo intervento pubblico al consiglio comunale di Cupertino per sponsorizzare il nuovo campus Apple:
Un genio, da poco scomparso, che in realtà non ha inventato nulla, ma che è stato, come scrive Massimo Sideri, «un architetto delle nostre vite», un innovatore che ha portato tutto a portata di clic, anzi di dito e di carta di credito: «Le applicazioni hanno un che di catartico: è come se pagassimo delle medicine per essere più spensierati, stare meglio, è una nuova forma di consumo e di fruizione di beni e servizi che ha un aspetto spirituale».
Spiritualità che si ritrova nella descrizione di Matteo Persivale di Jobs come “buddista anomalo”. La sua pubblicità più famosa è d’altronde molto zen:
il sogno americano che viene raccontato nel libro è tratti accondiscendente (i suicidi nelle fabbriche cinesi della Apple non riguardano il passato, come scritto, ma purtroppo anche il presente) e pone molti giusti interrogativi sul futuro di un’azienda che ha perso il suo condottiero.
Un uomo, a giudicare anche da questo libro, che non sarà facilmente sostituibile. L’importante è, come diceva lo stesso jobs nel discorso ai laureandi, “don’t settle”, non accontentarsi.
Ad maiora.
…………..
Stay Hungry. Stay foolish.
Il Corriere della sera
Testi di Massimo Gaggi, Paolo Mereghetti, Matteo Persivale, Alessio Ribaudo, Edoardo Segantini e Massimo Sideri
Pagg. 107
Euro 2,80