Day: 11 ottobre 2011

FAME NEL MONDO. DIMINUISCE, MA NON DAPPERTUTTO

Come vincere la sfida della fame nel mondo e come affrontare il problema dei prezzi dei prodotti agricoli. Sono stati questi i temi al centro della presentazione, all’Ispi di Milano, dell’edizione 2011 dell’Indice globale della fame (curato da Cesvi, Cosv e LInk 2007, con la collaborazione del Comune di Milano e dell’Expo 2015).

L’indice si basa su tre fattori: la denutrizione (o sottonutrizione), l’insufficienza del peso dei bambini e la mortalità infantile.

“Dal 1990 la fame nel mondo è diminuita, ma non in modo consistente” scrivono i curatori del rapporto. Un miglioramento che però purtroppo non riguarda tutti i paesi poveri allo stesso modo.

Sul fondo della lista – con aggravamento dell’indice – si trovano due paesi africani, come la Repubblica Democratica del Congo (unico Stato a passare da “allarmante” a “estremamente allarmante”) e Burundi e un regime asiatico come la Corea del Nord. Sempre nelle situazioni “allarmanti” (quelel che nella mappa che trovate in cima all’articolo sono arancioni) si trovano Angola, Bangladesh, Gibuti, Haiti, India, Mozambico, Niger, Sierra Leone e Yemen.

Per grano, mais, riso e soia il problema dei prezzi è la loro volatilità. Perché se hai sempre prezzi alti, riesci in qualche modo a gestirti, ma se un po’ salgono e un po’ scendono, chi è border line, rischia la vita.

I prezzi dei prodotti agricoli sono direttamente connessi a quelli del petrolio. Ma su di essi impattano in modo devastante anche le colture che non servono più per far mangiare la gente ma per alimentare auto e trattori (biocarburanti).

E infine ovviamente i cambiamenti climatici. Finiscono anch’essi per colpire i più poveri.

Tematiche che speriamo siano al centro dell’Esposizione universale milanese del 2015.

Ad maiora