Quando la Rai di Milano aveva una missione nazionale ed internazionale (prima delle paradossali feste di piazza per un ritorno in auge, totalmente assente) da qui si partiva per andare a seguire le guerre nei Balcani.
La prima tappa era la sede Rai di Trieste. Lì ad accoglierti e a prodigarsi in consigli c’era sempre Fulvio Molinari, a lungo inviato e poi caporedattore. Fulvio ci ha lasciato ieri sera, a 74 anni.
Aveva sempre un atteggiamento professionale e sensibile. D’altronde lo stesso Molinari era un profugo, essendo nato in Istria nel 1937. Era arrivato a Trieste in barca, accolto in un campo profughi.
La guerra, scoppiata dappirma in Slovenia e Croazia nel 1991, l’aveva seguita in prima persona.
Diventato capo redattore della Tgr del Friuli-Venezia Giulia, aveva firmato il “foglio d’uscita” per Marco Lucchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo, uccisi a Mostar nel 1994 da una granata sparata dal settore croato mentre stavano intervistando dei bambini (che, protetti dai corpi degli inviati, si salvarono).
Molinari dal 2004 era segretario del Premio Giornalistico Marco Lucchetta.
Tutt’altro che noioso, Fulvio aveva seguito le cronache sportive e aveva prestato la sua voce anche ad alcune performance musicali.
Alcune in dialetto:
http://www.youtube.com/watch?v=BTVMxS1equs
Altre in italiano, nella bellissima “Madre dolcissima”:
http://www.youtube.com/watch?v=1Z6QPFOluCM
Ciao Fulvio, che la terra ti sia lieve.