Una delle più belle canzone della resistenza (“Oh partigiano non piangere”) invita il combattente a “non pianger più, se qui non c’è la mamma, tra pochi dì si cala al pian la mamma ci sarà”.
Parole e suoni che .- lo so che sono strano – mi sono tornati all’orecchio ieri sera guardando il triste spettacolo della finale del Grande Fratello.
L’elemento chiave dei concorrenti, soprattutto maschi, sembra infatti il rapporto con la madre che, per fare spettacolo, vengono inviate a dare un abbraccio ai loro “eroi”, di cui vanno ovviamente “orgogliose” (e per i quali vanno a fare la fila per prenotare i provini, mentre loro se la ronfano). Segno di una decadenza che non risparmia più nessuno. La italian mamma finirà per prendere il posto – anche nelle barzellette – della yiddish mama.
D’altronde, nelle scorse settimane sono comparse – e qui c’è poco da ridere – le intercettazioni di alcuni genitori delle falene che frequentavano le notti di Arcore nelle quali una delle mamme si complimentava con la figlia, cui dispensava anche consigli materni: “Sei mila euro… brava figlia mia, adesso riposati”.
E proprio dopo la scomparsa, nel 2008, di Mamma Rosa sembra che il nostro presidente del Consiglio si sia dato al bunga-bunga, o quanto meno a pubblicizzarlo.
Proprio Mamma Rosa (cui il coordinatore lombardo del Pdl Mantovani, da sindaco di Arconate, diede la cittadinanza onoraria del piccolo comune milanese) avrebbe insegnato al figlio Nustalgia de Milan, che il cd-premier ha cantato domenica:
http://www.youtube.com/watch?v=SHW9y2JcS9w
Noi preferiamo sentir commemorare la mamma di Beniamino Gigli:
http://www.youtube.com/watch?v=wHqP5FFoyf0
Ad maiora