Day: 24 febbraio 2011

Napolitano si congratula con Pacolli, presidente di un Kosovo diviso

Il presidente Napolitano si è congratulato con Behgjet Pacolli, imprenditore ed ex marito di Anna Oxa, per la sua elezione a presidente del Kosovo, la repubblica secessionista dalla Serbia.

Il partito da lui stesso fondato (dal nome rutelliano, Alleanza per il Nuovo Kosovo, Akr) ha garantito all’inventore del marchio discografico svizzero B&G (ora dismesso) e al costruttore che ebbe l’incarico di ristrutturare la Casa Bianca di Mosca, i voti per diventare presidente dello staterello a maggioranza etnica albanese.

Il parlamento kosovaro ha eletto anche un nuovo governo, guidato del discusso Hashim Thaci. A sostenere la coalizione (traballante visto che si regge su 65 seggi solo 4 in più di quelli necessari, ma magai anche lì si trovano dei reponsabili) il Pdk (il partito di Thaci), l’Akr e anche un partito della minoranza serba che per la prima volta conquista 3 dei 18 ministeri.

Tra le prime grane che il presidente Pacolli dovrà affrontare c’è quella della Corte Costituzionale cui si è rivolta l’opposizione (Lega democratica del Kosovo, Ldk, e l’Alleanza per il futuro del Kosovo, Aak) che contesta la regolarità della sua elezione. Durante la terza e ultima chiama (e durante una pausa di 45 minuti dei lavori) sono infatti comparsi 4 voti che fino ad allora erano mancati. Insomma, tutto il mondo è paese.

Ciò malgrado, il Quirinale ha espresso a Pacolli (nato a Marevce, Yugoslavia, ora Marec, Kosovo, ma naturalizzato svizzero) “i più ferivi voti per un pieno successo del suo alto mandato a la prosperità del popolo del Kosovo”.

L’imprenditore fu indagato da Carla Del Ponte per riciclaggio nell’ambtio del Russiagate, ma naturalmente ne uscì pulitissimo.

La Repubblica del Kosovo è riconosciuta da decine di Stati ma non da Onu e Ue.

Ad maiora.

Democrazia in Africa: un mensile racconta il nuovo continente

Ha un nome che in questi giorni è più che mai di moda: Afrique Démocratie. È una nuova rivista pan-africana uscita qualche giorno fa a Dakar. In primo numero è dedicato a al cinquantenario delle indipendenze nel continente.

“Il nuovo giornale si propone di affrontare questioni di democrazia, sviluppo e integrazione africana “, secondo quanto annunciato dal comitato di redazione della testata al momento del lancio.

Secondo il direttore, Mamadou Kassé, “questo mensile è principalmente destinato a riempire un vuoto di informazione, democrazia, sviluppo e integrazione”.

Obiettivo della nuova pubblicazione: “Essere un giornale di retrospezione, l’introspezione e la lungimiranza rispondendo alle domande: dove siamo o siamo e dove stiamo andando”, ha detto Kassè. “E’ dedicato – ha aggiunto – a come noi immaginiamo l’Africa, il nostro contributo come professionisti della comunicazione alle dinamiche di costruzione e consolidamento della democrazia”.

Insomma, si cerca di rendere la democrazia africana la base su cui costruire la convivenza nei paesi del continente e le rivolte di queste ore sembrano andare in quella direzione (“Il popolo è invincibile” era scritto sulle barricate, a Mosca, nella breve primavera antigolpe del 1991).

Sul numero che si trova in molte edicole africane, si possono leggere i ritratti del generale Lamine Cissé, ex ministro senegalese degli Interni, e due grandi figure la lotta per l’indipendenza in Africa, Kwame Nkrumah (ex presidente del Ghana) e Amilcar Cabral (fondatore del Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde).

Il target di lettori cui ci si rivolge è medio-alto.

In bocca al lupo ai colleghi.