“Quello che ieri si e’ cercato di fare a Minsk e’ banditismo. Si sono scatenati vandali e teppisti”. Così Aleksandr Lukashenko ha commentato oggi (nella conferenza stampa in cui si è vantato della sua nuova, scontata vittoria elettorale) gli scontri ieri dopo la comunicazione dei risultato elettorali per le presidenziali bielorusse.
Il presidentissimo ce l’ha con l’opposizione, che osa opporsi: “Non ci sara’ una rivoluzione in Bielorussia, abbiamo superato, con milioni di nostri concittadini, un esame di fronte alla Storia, alla patria e all’avvenire dei nostri figli”.
Linguaggio in puro stile sovietico, per un altro personaggio che – come Putin – vincerebbe anche senza brogli e che invece non vuole confrontarsi con chi non la pensa come lui.
E così non si accontenta di vincere col 50,1%. No, vuole il plebiscito. 79% dei votanti.
Elezioni giudicate “truccate” dall’opposizione (bella ma inconsistente) che ieri ha cercato di invadere il palazzo che ospita il governo. Respinta dalle forze di sicurezza che hanno arrestato manifestanti a mazzetti (anche lì ci sono fermi preventivi degli oppositori per impedir loro di andare in piazza).
L’Unione europea condanna l’uso della violenza e chiede la liberazione degli arrestati. Mentre Mosca ha avallato il risultato elettorale. Lo stesso che l’Osce (che anche in Russia – Stato membro – fatica a lavorare) giudica “non trasparente”.
Il ministro degli Esteri , Frattini, ha espresso “preoccupazione” per le violenze e gli arresti “definiti inaccettabili”. Dopodomani incontrerà il suo omologo bielorusso cui esprimerà la posizione italiana. Staremo a vedere. Anche perché i rapporti tra i due Paesi sono davvero buoni. Pur non avendo i rapporti di amicizia che ha verso Gheddafi o Putin, a Berlusconi Lukashenko piace:
http://www.taurillon.org/Berlusconi-Loukachenko-presidents-amis
Ad maiora