Il deserto aquilano si misura anche sulle assenze. Stamane messa in suffragio delle vittime del terremoto a Collemaggio. Celebra l’Arcivescovo Metropolita de l’Aquila. In prima fila ci sono tutte le autorita’ locali e i responsabili della sicurezza. Ma mancano gli aquilani.
Pochissimi in questa bellissima chiesa, cui tutti qui sono molto legati.
Un’anziana signora (tanto anziana da avermi preso per un universitario fuori sede) mi ha detto che ha dovuto fare uno sforzo per sfidare il gelo e il ghiaccio e arrivare qui. Da un albergo. La sua casa e’ pericolante. “Ma io amo L’Aquila anche cosi’ – mi ha detto. E ogni volta che sento di qualche giovane che se ne va, mi viene da piangere”.
Anche lei e’ rimasta delusa dal vedere le navate (ferite dal terremoto) con le seggiole di plastica vuote. “Solo la fede mi fa andare avanti”, ha aggiunto salutandomi e facendomi gli auguri.
La fede cattolica qui in Abruzzo e’ radicatissima. Il rigore del cristianesimo originale ha fatto presa, fin dai tempi apostolici, in queste terre a pochi passi da Roma e dal suo Impero.
I frati medioevali abruzzesi (che poi prenderanno il nome di Celestini, grazie a Celestino V, le cui spoglia sono poste proprio di fronte all’altare) erano asceti, benedettini che oggi definiremmo estremisti: tanto spirituali da pensare di poter avere un contatto diretto con Dio, anzi col Regno di Dio. Con ideali di pace fra uomini e fra uomini e animali.
Celestino V fu l’unico Papa a “dimettersi”. Con queste parole (che dovrebbero far riflettere quanti dicono “non mi dimetterò mai”): “Io, Celestino, mosso da ragioni legittime, per bisogno di umiltà, di perfezionamento morale, e per obbligo di coscienza, come pure per indebolimento fisico e infermità, per difetto di dottrina e per la cattiveria del mondo; al fine di recuperare la pace e le consolazioni del mio precedente modo di vivere; con tutto l’animo e liberamente mi dimetto dal Pontificato”.
Era il 13 dicembre 1294 ed erano passate solo poche settimane da quando era stato consacrato proprio davanti a Collemaggio, il 29 agosto (tra il 28 e 29, ogni anno viene aperta la Porta Santa, sulla fiancata sinistra della Basilica).
L’Ordine dei Celestini non c’e’ più, riassorbito dai Benedettini. E ora qui intorno non ci sono più neanche gli aquilani.
Ma la signora che ho accompagnato mi ha detto che e’ sicura che tornerà nella sua casa, “fosse l’ultima cosa che faro’ su questa terra”.
Sono certo sara’ cosi’.
Ad maiora.