Day: 17 dicembre 2010

Ritorno all’Aquila. Sulle note di Rossini

La neve rende l’Aquila ancora più spettrale. Nel centro, dove la stragrande maggioranza dei negozi sono chiusi e le case abbandonate (o interdette), le luminarie raccontano di un periodo di festa che si percepisce solo sul calendario.
Molte vie sono ancora chiuse al traffico, veicolare ma anche pedonale.
Si vaga a lungo per riuscire a raggiungere una meta. Volevamo (sono qui coi miei studenti dell’Ifg-Tobagi) raggiungere la chiesa di S.Maria Paganica, nel centro della citta’ terremotata. Una compagnia teatrale avrebbe dovuto fare la replica di uno spettacolo nella struttura religiosa da poco restituita alla citta’. Abbiamo vagato parecchio, tra militari e divieti d’accesso, arrivando tardi all’appuntamento. Salvo scoprire che lo spettacolo era stato annullato per ragioni di sicurezza: la neve sulla struttura provvisoria non garantisce sicurezza.
Una storia simbolica di una rinascita difficile.
Appena fuori dal centro i lavoratori di Abruzzo Engineering hanno occupato simbolicamente la loro azienda: dentro e’ tutto distrutto. Loro rischiano il posto di lavoro. Lunedì torneranno a manifestare.
In una piazza del Duomo deserta, sta intanto iniziando il concerto di Natale dei giovani dei corsi di alta formazione musicale.
E’ sotto un tendone, mentre fuori il vento ti butta in faccia neve ghiacciata. Nella steppa aquilana le musiche di Rossini e Mozart scaldano il cuore.
Ma tutto ciò, come scriveva, Rossini, rimane “un nodo avviluppato”.
Ad maiora.