Day: 31 ottobre 2010

Non vendono giocattoli alla Città del Sole di Haiti

L’Onu qualche anno fa lo definì uno dei quartieri più pericolosi del mondo. Fu forse anche per questo che tra il 2005 e il 2007 questo comune (staccatosi amministrativamente dalla capitale Port-au-Prince) fu messo a ferro e fuoco dai soldati – brasiliani – della missione militare delle Nazioni Unite (Minustah): i morti furono decine.
Qui d’altronde spadroneggiavano le bande armate e c’era addirittura una pista d’atterraggio clandestina per l’arrivo di aerei dei narcos. Gli arresti furono 800 e il quartiere da allora e’ sempre degradato (sono praticamente tutti disoccupati) e violento, ma meno di un tempo.
Sorge tra l’aeroporto internazionale e il mare. Un mare bellissimo, che qui e’ un tappeto di immondizia.
Tutta la baraccopoli e’ invasa dall’immondizia.
Non c’e’ un vero e proprio sistema fognario, ma molti degli scarichi della capitale sfociano qui, dove vivono circa 100mila persone.
Alcune, avendo avuto la baracca terremotata vivono ancora in tenda. Avsi (presente massicciamente in questa zona devastata) sta studiando come creare unita’ abitative per queste persone. Senza deludere quanti vivono in baracca, senza farli sentire “meno fortunati” degli altri.
I lavori sono comunque cominciati, per le case come per le scuole (alcune sono già funzionanti, ma qui sono crollate quasi tutte durante il terremoto: non so neanche dove realizzeranno i seggi per le ormai prossime presidenziali).
Una delle tendopoli fuori dalla Cite Soleil sorge sotto un campo da calcio, che un ricco signore locale sta costruendo. Viene realizzato un po’ sopraelevato rispetto alle tende.
Quindi ad ogni pioggia (diluvia spesso qui), su queste persone arriverà ancora più acqua, saranno ancora più sommerse dal fango.
Ad maiora.