Day: 30 ottobre 2010

Vita ad Haiti: i germogli

Avevo promesso un pezzo sul futuro agricolo di Haiti. Poi, travolto dall’emergenza colera, mi sono occupato di altro. Ma quando anche questa emergenza finira’ – prima che arrivi la prossima – da qualche parte bisognerà ripartire.
L’ong Avsi crede che proprio lo sviluppo agricolo possa dare le basi di una salvezza. Per questo, nel sud dell’isola, lavora sulla riforestazione. Federico Borrelli, giovane e appassionato agronomo, guida la missione che fa lavorare parecchie persone e che cerca di impedire l’erosione dell’isola.

Qui, per fare carbonella, praticamente tutti gli alberi sono stati tagliati. E ogni volta che piove, le montagne si sciolgono e le strade si riempiono di sassi e detriti.
Quindi gli alberi.
Ma anche educazione per un’agricoltura che permetta una dieta più equilibrata. I bambini in queste zone sono spesso denutriti o mal nutriti. Avsi ha un protocollo che non si limita a fornire cibo (qui la base e’ riso e fagioli) ma segue le famiglie con bambini denutriti e prova a proporre un diverso stile di vita agricola: con animali da cortile (polli e conigli) e una differenziazione delle colture.
Solo il tempo dirà se questi germogli daranno i loro frutti.
Ad maiora.

Piccole cronache haitiane: l’ospedale cubano

Nel sud dell’isola c’è un ospedale costruito dal ministero della salute cubana.
Il medico cubano (che non vuole le telecamere) ci mostra l’astanteria e le sale degenza per uomini e donne. Ci presenta anche l’infermiera – cubana anche lei – che presto sparisce dietro una porta. Non va a curare pazienti. Qui non ci sono pazienti. Il medico e l’infermiera sono qui da un mese pronti a lavorare. Hanno medicinali e buona volontà. Manca pero’ ancora l’autorizzazione ad aprire, dal ministero della salute haitiana. Occorre l’inaugurazione. Speriamo che nell’ambio delle dispendiosa campagna elettorale, qualche politico trovi il tempo di passare di qui, di tagliare il nastro e vedere entrare i primi pazienti. Se davvero l’epidemia di colera si espandesse a macchia d’olio, avere ospedali, pronti ma chiusi, sarebbe un delitto.
Ad maiora