Era da qualche giorno che cercavo un libro, nella mia confusa libreria. Un libricino che avevo comprato ai tempi in cui la moneta corrente era la lira, quando ancora la Rai mi faceva seguire la Lega (una volta chi si occupava di politica non copriva solo il suo presunto settore, ma poteva spaziare: oggi preferiscono non rischiare). Un libro di Gilberto Oneto (leghista piemontese della prima ora, attualmente caduto – polemicamente – in disgrazia) intitolato “Bandiere di libertà”, nel quale, ricordavo, si parlava del Sole delle Alpi.
Dopo che il sindaco di Adro ha voluto marcare con cosi’ tanta assurda foga la scuola (pubblica) del suo paese, ne ho lette di ogni su quel simbolo.
Trovato finalmente nottetempo il volume, ecco come – nella prefazione – Gianfranco Miglio (cui la scuola di Adro e’ dedicata) lo descrive: “Un fiore stilizzato di sei petali inscritto in un cerchio. Segno antichissimo, ricorre nell’iconografia popolare (e nella Bauernmalerei) di una vasta area culturale che comprende le Alpi, la Padania ed altre regioni dell’Europa centrale: e’ l’immagine del sole, che splende sulle vette della cerchia alpina e riscalda le terre della Valle del Po, come gli altopiani dell’Elvezia e della Germania del Sud. Un simbolo di gran lunga preferibile, per immediata bellezza, a quella “rosa camuna” che la Regione Lombardia ha adottato come proprio stemma, e che assomiglia alla manopola di un apparecchio idrosanitario”.
Oneto invece, nel testo, (corredato da grafiche che mostrano, per esempio, la diffusione della Croce di San Giorgio o del Biscione negli stemmi comunali del nord Italia) aggiunge: “L’immagine e’ antichissima e ha avuto grande successo sia per la sua carica metaforica legata ai culti solari che per la bellezza e la relativa facilita’ di esecuzione del suo disegno”.
Anche per questo la Lega ne ha fatto il suo “marchio” (a differenza di molti altri partiti che hanno perso – pur in una fase di grande successo dei loghi – ogni riferimento simbolico).
Prima che tutto diventasse “politica” e desiderio di segnare il territorio, qualcuno studiava e parlava di storie di popoli, che non trovate nei libri scolastici. Ricordo una fantastica rivista che si chiamava “Etnie” e che era curata dal mitico Miro Merelli.
Ma quella e’ finita – se va bene – in cantina, o persa nei vari traslochi. Inutile anche cercarla. Tanto, in questo agghiacciante clima da stadio (nel quale tutti sono in curva mentre in campo si logorano in inutili meline o in insulti all’arbitro), non c’è tempo di approfondire. L’importante e’ spararla grossa.
Ad maiora.
Ps. Il colore del Sole delle Alpi e’ “rosso carminio”, inserito in cerchio, anch’esso rosso. Non verde.
Gilberto Oneto
Bandiere di libertà
Effedieffe
Milano, 1992
Lire: 25.000