Una delle mostre allestite al Meeting di Rimini riguarda “Danzica 1980” e ha come sottotitolo “Solidarnosc”, un nome che richiama alla mente una stagione di rivolta contro il regime comunista di Varsavia.
Scoppiò proprio nell’agosto di trent’anni fa. Un volantino fatto circolare nelle fabbriche chiedeva di protestare contro il licenziamento di Anna Walentynowicz. In diciassettemila risposero all’appello e la storia cambiò il suo corso. Anna Walentynowicz è morta poche settimane fa, nella tragedia aerea di Smolensk.
Alla mostra fotografica (curata da Sandro Chierici, Annalia Guglielmi e Daria Rescaldani, con foto di Chris Niedenthal, fotoreporter anglo-polacco che ha vinto il World Press Photo grazie a un ritratto dell’ex leader comunista ungherese Janos Kadar) si viene accolti da un grande cancello sul quale è esposto uno striscione del movimento sindacale guidato da Walesa (di cui c’è un bel ritratto giovanile).
Grande attenzione è data ovviamente ai momenti religiosi che accompagnavano le manifestazioni di protesta e con foto di Jerzy Popieluszko, il sacerdote che diceva messa agli operai in sciopero e che venne assassinato da funzionari del ministero dell’Interno della Repubblica Popolare di Polonia. Proprio stasera qui a Rimini è stato proiettato il film sulla sua vita “Non si può uccidere la speranza”.
In uno dei pannelli, la rivolta di Solidarnosc è spiegata così da Jozef Tischner, altro prelato vicino al movimento sindacale: “La ribellione degli operai polacchi del 1980 è stata una ribellione contro la patologia del lavoro. In che cosa consisteva questa patologia del lavoro? Diremo brevemente che in Polonia si era verificato il fenomeno del lavoro senza senso. Restituire al lavoro una dimensione etica significa far sì che il lavoro serva alla comprensione tra uomo e uomo. Questo è l’ethos del lavoro. L’ethos del lavoro è per il lavoro ciò che il bello è per l’opera d’arte. Un’opera d’arte priva di bellezza non è un’opera d’arte. Un lavoro che non serve alla comprensione non è lavoro”.
L’ultima sezione è dedicata a “Solidarnosc e noi”, ossia come dall’Italia si appoggiò il sindacato di Walesa. Proprio l’ex presidente polacco nel 1990 venne al Meeting, accolto come un eroe.
L’ex Premio Nobel per la Pace (che ha 8 figli) ora ha un ruolo marginale nella Polonia moderna. È una cosa che però ha faticato ad accettare: l’ultima volta che si è presentato alle urne (nel 2000) non ha raggiunto l’1% dei voti. Ma queste foto raccontano come, in quella lontana estate polacca, fosse l’uomo giusto al momento giusto.