Day: 8 agosto 2010

Mourinho punzecchia Benitez

“Una cosa e’ certa, Benitez non potrà mai fare meglio di me”. Malgrado sia a  Madrid e debba occuparsi delle merengues, Jose Mourinho torna oggi a punzecchiare l’allenatore spagnolo, suo erede sulla panchina interista. “Non c’è possibilità” che possa fare più del triplete, ovvio. Ma l’allenatore portoghese aggiunge: “Un’altra cosa e’ certa: se vincerà la Coppa intercontinentale, avrà vinto due sole partite rispetto alle mie 13. Quindi sarà la mia Intercontinentale, non la sua”.

Se Mourinho avesse voluto cercare di diventare campione del mondo, avrebbe potuto fermarsi ancora qualche mese sulla panchina dell’Inter.

Secondo indiscrezioni Rafa Benitez avrebbe fatto tabula rasa delle foto di Mourinho alla Pinetina. Una sorta di damntatio memoriae su cui, il coach ora al Real ironizza:  “Quando ero all’Inter non ho fatto togliere le foto di Herrera e Mancini. Se non gli piacciono le mie foto non e’ un problema. Ho avuto un grande rapporto con tutta la gente dell’Inter”.

Mourinho ha poi augurato a Benitez di conquistare la finale di Wembley, alla quale è certo ci sarà anche il Real Madrid.

Per usare lo stile del Number one, “una cosa è certa”: in 5 partite ufficiali, 5 volte le squadre allenate dal madrileno Benitez hanno battuto quelle di Mourinho. Non so se si auguri davvero di incontrare i nerazzurri sulla sua strada per la Champions.

Sappe contro “passerelle” dei parlamentari

Ferragosto in carcere dei politici “non sia l’ennesima passerella mediatica. Il numero suicidi in carcere e’ contenuto dalla Polizia Penitenziaria”. E’ quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

“Anche l’ultimo suicidio di un detenuto, l’altro giorno a Taranto, – afferma – dimostra la gravità della situazione carceri in Italia. Ogni evento critico in carcere è inevitabilmente la conseguenza del sovraffollamento penitenziario e delle gravi carenze negli organici della Polizia penitenziaria, conseguenza che ricade pericolosamente sulle condizioni lavorative dei Baschi Azzurri del Corpo e che impedisce di svolgere servizio nel migliore dei modi. Come può un agente, da solo, controllare 80/100 detenuti? Con un sovraffollamento di quasi 69mila detenuti in carceri che ne possono contenere a mala pena 43mila, accadono purtroppo questi episodi. E se la situazione non si aggrava ulteriormente e’ grazie alle donne e agli uomini del Corpo che, in media, sventano ogni mese 10 tentativi di suicidio (molte centinaia ogni anno) di detenuti nei penitenziari italiani. Proprio come e’ avvenuto ieri ad Agrigento, dove un nostro agente ha salvato la vita all’ennesimo detenuto disperato che ha provato a togliersi la vita. Ma e’ tempo di intervenire con urgenza per deflazionare il sistema carcere del Paese, che altrimenti rischia ogni giorno di più di implodere”. Il personale di Polizia penitenziaria, prosegue Capece “è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Non si può e non si deve chiedere al Personale del Corpo di “accollarsi” la responsabilità di tracciare profili psicologici che possano eventualmente permettere di intuire l’eventuale rischio di autolesionismo da parte dei detenuti. Torniamo a sollecitare l’urgente attuazione del Piano carceri del Governo”. “Rinnoviamo oggi – conclude – ai tanti rappresentanti dei cittadini, in particolare a quelli che già hanno annunciato di recarsi a Ferragosto in carcere, l’invito e il monito a non sottovalutare la portata storica del loro gesto riducendolo ad un gesto di mera passerella mediatica. L’intero Corpo di Polizia Penitenziaria e’ allo stremo, ma oggi servono iniziative concrete sia da parte dell’Esecutivo che della sovrana attività Parlamentare sulle criticità penitenziarie”.

Così oggi uno dei sindacati di Polizia penitenziaria denuncia il continuo aumento dei suicidi (sarebbero 41 e non 40) e critica la visita dei parlamentari in carcere a Ferragosto (in realtà dal 13 al 15 agosto). L’iniziativa, organizzata dall’anno scorso dai radicali, è però una delle poche occasioni nelle quali i media raccontano come sia la situazione carceraria nel nostro Paese.

Sul sito dei radicali italiani si trova (per deputati italiani ed europei, senatori e consiglieri regionali) il modulo di adesione. A questo indirizzo:

http://www.radicali.it/ferragosto-in-carcere-2010

Medvedev lascia Mosca avvolta nel fumo

Mentre Mosca muore di caldo ed è avvolta da un fumo che impedisce di respirare, il presidente Medvedev non trova niente di meglio che andare in Abkhazia a festeggiare il secondo anniversario della vittoria nella guerra contro la Georgia. L’Abkhazia è una regione secessionista russofona e russofila della Georgia. L’anno scorso le truppe georgiane colpirono l’Ossezia del Sud, scatenando la reazione russa (a Mosca parlarono di genocidio, fatto mai dimostrato) che invase gran parte della repubblica ex sovietica.

L’Abkhazia, regione sul Mar Nero a poca distanza da Soci (località marittima che ha ospitato anche vertici Berlusconi-Putin-Gazprom-Eni e a cui sono state assegnate, avendo alle spalle le alte montagne caucasiche, le Olimpiadi invernali del 2014) approfittò della guerra russo-osseto-georgiano per rendere ancora più definito il suo distacco da Tbilisi (iniziato nel 1992).  Il tutto con l’aiuto delle truppe russe. Qui d’altronde Mosca ha distribuito passaporti a piene mani.

Il presidente russo Dmitrij Medvedev oggi ha promesso che Mosca fornirà un ulteriore sostegno alle regioni separatiste georgiane. Il presidente putiniano ha spiegato che il conflitto con la Georgia (durata 5 giorni) è stata una “guerra giusta”.

Una guerra vittoriosa, cui seguì il solito flop di politica estera internazionale della “Russia di Putin”. Mentre altre regioni secessioniste (Kosovo, ad esempio) ottengono numerosi riconoscimenti internazionali, Abkhazia e Ossezia del Nord hanno fallito l’obiettivo.

Malgrado le pressioni russe, i due piccoli staterelli (che la comunità internazionale considera ancora province interne alla Georgia), sono stati riconosciuti solo da Venezuela e Nicaragua. Persino la Bielorussia ha detto no.

Il terzo paese che ha dato l’ok è la Repubblica di Nauru, il più piccolo stato al mondo, un’isola dell’Oceano Pacifico di 21 chilometri quadrati che nel 1968 si è resa indipendente dal Regno Unito. Secondo il quotidiano economico russo Kommersant, Mosca avrebbe promesso al piccolissimo paese un prestito di 50 milioni di dollari in cambio del riconoscimento. Nauru, che dev’essere abitata e guidata da furbacchioni, aveva ottenuto aiuti (economici) dall’Unione europea dopo il riconoscimento del Kosovo e dalla Cina per aver riconosciuto i suoi diritti su Taiwan.

Ad maiora.