Un tribunale russo ha aperto un fascicolo per diffamazione contro la Novaja Gazeta (il giornale per cui lavorava Anna Politkovskaja). A presentare la denuncia il presidente ceceno Ramzan Kadyrov (nominato da Putin e mantenuto da quel Medvedev di cui anche oggi sui quotidiani italiani si tratteggiano ritratti entusiastici). L’ex leader delle milizie private cecene dice che il trisettimanale d’opposizione avrebbe danneggiato la sua reputazione accusandolo di omicidio e tortura. Il caso segue la vittoria giudiziaria di Kadyrov dell’ottobre 2009. Allora un tribunale di Mosca ordinò alla principale ong russa, Memorial, di ritrattare le accuse contro il presidente ceceno di aver rapito e ucciso l’attivista (e giornalista) Natalia Estemirova. Kadyrov chiede come risacircimento dalla Novaya 865.600 rubli (circa 21.000 euro) e 100 mila rubli (2.300 euro) dal suo cronista, Vyacheslav Izmailov. “I giornalisti avrebbero potuto facilmente andare in Cecenia per verificare i fatti e invece hanno accusato il presidente”, ha detto l’avvocato di Kadyrov, Andrei Krasnenkov. Peccato che quelle fossero zone di guerra dove si poteva andare o embedded con l’esercito moscovita o di nascosto, come fece Antonio Russo, di Radio radicale, assassinato da sconosciuti e abbandonato in Georgia o Anna Politkovskaja, arrivata decine di volte da quelle parti, a rischio della sua vita (uccisa poi nell’ascensore di casa a Mosca, ovviamente da sconosciuti). Sono sei gli articoli pubblicati dalla “Novaya Gazeta”, tra il maggio 2008 e febbraio 2009(metà dei quali scritti da Izmailov) che accusano Kadyrov di omicidio, percosse, torture, minacce di violenza fisica, estorsioni e coinvolgimento in una organizzazione criminale. Il giudice pronuncerà la sentenza entro il 15 febbraio. La Federazione russa è il quarto posto al mondo più pericoloso al mondo per i giornalisti, dopo Iraq, Filippine, e Algeria.
